Un repertorio di vedute davvero deprimente considerato lo status di EROE accordato al signor Watson in tutto il mondo da attivisti e simpatizzanti per la liberazione degli animali e dai media simpatetici con la causa di Sea Shepherd, organizzazione la quale ( come risulta da questo articolo ) sembra finanziata, oltre che da sinceri donatori minori, da lotterie nazionali, da miliardari entrepeneurs e da personaggi dello spettacolo dai dubbi curricula politici.
Archivio per la categoria ‘allevatori’
Lo spettacolo assicurato di Sea Shepherd e l’apatica accettazione dei macelli nostrani
Pubblicato: 28 luglio 2015 in abolizione della carne, affari locali, allevamenti, allevatori, ambientalismo, Ambiente, animali, antispecismo, capitano paul watson, carne, carnismo, censura a Grosseto, dall'estero, macello, mattatoio, mattatoio madonnino, sea shepherdTag:ABOLIZIONE DELLA CARNE, allevamenti, ambiente, ANIMALI, ANTISPECISMO, associazione d'idee, capitano watson, carne?, GROSSETO, isole faeroe, MACELLI, madonnino, mattatoio, paul watson, sea shepherd, vegan
Abolizione della Schiavitù
Pubblicato: 17 luglio 2015 in 269, abolizione della carne, allevamenti, allevatori, Ambiente, animal liberation human liberation, animali, antispeciesism, antispecismo, carne, carnismo, cruelty free, eventi, No CorridaTag:269, 269 global movement, 269 grosseto, 269 italia, 269 life, 269life, ABOLIZIONE DELLA CARNE, activism, allevamenti, ambiente, animal liberation, ANIMALI, antispeciesism, ANTISPECISMO, ANTISPECISMO; VEGAN; GROSSETO;, ATTIVISMO, carne?, carnismo, chi mangi oggi, Corrida, no corrida
https://www.facebook.com/269calf/videos/870073799753993/
Respect Life – Abolish bullfighting forever // Rispettiamo la vita – Aboliamo la Corrida, per sempre.
JOIN THE EVENT – http://goo.gl/arW4SR
GLOBAL FACEBOOK EVENT
Annually, more than 150 billion animals are murdered worldwide due to people’s selfishness, ignorance and greed // Ogni anno più di 150 miliardi di animali vengono uccisi a causa dell’egoismo umano, dell’ignoranza e del motivo economico.
Who is “269?” // Chi è 269
https://associazionedideeonlus.wordpress.com/?s=269
“If there is no struggle, there is no progress. Those who profess to favor freedom, and yet deprecate agitation, are people who want rain without thunder and lightning. Power concedes nothing without a demand. It never did and it never will.” -Frederick Douglass, slavery abolitionist, 1818-1895
Sangue e frattaglie, al Madonnino (GR) si ammazza “con bollo sanitario IT CE 7405 Q”
Pubblicato: 21 giugno 2015 in abolizione della carne, affari locali, allevamenti, allevatori, animali, carne, carnismo, grosseto, ma.mar., mattatoio del madonnino, mattatoio grosseto, mattatoio madonninoTag:ABOLIZIONE DELLA CARNE, allevamenti, ANIMALI, ANTISPECISMO, associazione d'idee, carne?, carnismo, grosseto 269, macello, mattatoio, mattatoio madonnino, morte, no mattatoio
Con una perentoria comunicazione a firma del presidente della società Ma.Mar ( Mattazione Maremmana SRL ) apparsa sul portale della Confagricoltura il 13 Aprile scorso si annuncia l’inizio attività del Mattatoio del Madonnino ( Braccagni, Grosseto ) con in calce il listino prezzi.
Per la cifra di 120,00 euro al Madonnino si ammazzano bovini di 12 mesi di età, si “restituisce il quinto quarto alimentare della carcassa composta dall’intera frattaglia” , alcuni organi interni, ” la coda , la lingua, le guanciole” e persino “la trippa pulita”.
I vantaggi per gli allevatori che si avvarranno di questo moderno servizio – si legge nel documento della Confagricoltura – includono ” lo stoccaggio in cella frigorifera per un periodo di 7 giorni” però attenzione : ” dall’ottavo giorno dalla macellazione in poi si applicherà un costo aggiuntivo di 5,00 euro.
Nella suddetta circolare si informa della disponibilità di un tariffario a parte pertinente “l’attivazione del reparto disosso” e confezionamento. Sarà inoltre a disposizione a breve un laboratorio di sezionamento dei cadaveri che risponderà a tutte le esigenze dei clienti che sapranno avvalersene. Occasioni da non perdere per chi intende uccidere hi-tech e a norma di legge, occasioni per produrre e commercializzare un “prodotto di qualità”.
Proprio ciò che serviva per dare impeto all’economia locale e per lo sviluppo di nuove opportunità lavorative per i giovani, ma non tutti potranno beneficiarne. Nel costrutto di questi signori occorre che i partecipanti considerino gli altri animali come merce, non si deve mostrare un minimo di sensibilità in relazione alla loro sofferenza e, criterio di selezione principale, si deve avere cieca fede nel sistema antropocentrico che prevede tale impresa commerciale, quella dell’esercizio della schiavitù, come un opera non solo legittima e onorevole, ma come una normale prassi atta, tra le altre questioni più pratiche, a soddisfare l’idea di homo sapiens, nella sua declinazione homo economicus, di continuare indefinitivamente a sedere al centro del mondo vivente e di atteggiarsi a figura divina in Terra programmando nascite attraverso la sistematica pratica dello stupro industriale delle altre specie, attuando azioni seriali di sottrazione dei piccoli alle madri e al confinamento brutale di queste povere anime in delle lerce stalle per poi finire su di un camion verso i moderni campi di sterminio come quello sito nella zona industriale del Madonnino
Questo si che è progresso antropologico e consolidamento culturale contro un nemico comune, la natura o meglio la nostra appartenenza ad essa e la nostra animalità negata dagli imperativi discriminatori di specie.
La comune tagliata di manzo non è cibo, è violenza.
I pezzi di cadavere che giacciono nelle celle frigorifere non rappresentano nutrimento, ma odio, paura e umiliazione.
La putredine che avviene dal primo minuto dall’avere ingurgitato quella violenza, quell’odio, quel terrore offuscherà la mente, ne contaminerà in maniera insopportabile i tessuti e l’etica umana degli individui che avranno divorato questo “cibo” – ne rimarrà corrotta al punto da rendere essi stessi degli schiavi, appesi al gancio e alla mercè di un sistema che promuove crudeltà e sofferenza finalizzando i processi produttivi in vantaggio contabile.
La realizzazione del “campo” del Madonnino è stato possibile grazie ai generosi contributi a fondo perduto ( Fondo per lo Sviluppo Rurale della Regione Toscana ) e allo sforzo di un consorzio di imprese locali.
Nel balletto degli inchini e dei rituali che si sono svolti prima dell’elezione dell’attuale sindaco di Roccastrada, Francesco Limatola – comune sul territorio del quale sorge il mattatoio – apparso in alcuni organi di propaganda locale abbiamo potuto leggere le seguenti dichiarazioni:
“… è un onore sottolinea – l’attuale sindaco di Roccastrada – Limatola – avere come presidente – del comitato elettorale a suo sostegno – Christian Heinzmann – presidente della Mattazione Maremmana – una persona di grandi capacità e solide competenze che ben rappresenta la forza e le energie positive di questo territorio, una persona che ha reso più ricca la nostra comunità con il suo lavoro e l’amore dimostrato per questa terra, che non era la sua, ma lo è diventata presto”.
“Sono convinto – dichiara Christian Heinzmann restituendo con benemerenza la cortese considerazione dell’amico politico – che Francesco Limatola possa fare un buon lavoro per il territorio, anche in considerazione del suo impegno con la precedente amministrazione comunale, per far nascere il mattatoio. Inoltre, ritengo validissimo il suo progetto sul polo logistico. E’ davvero importante la sinergia e la collaborazione tra imprenditoria e politica, per uno sviluppo equilibrato del territorio.”
I consumatori possono stare tranquilli e sicuri, trovandosi nelle mani anche se non proprio pulite – del sangue e delle frattaglie dei 1200 schiavi ( i bovini ) “trattati” in quell’impianto di mattazione ogni anno a partire dal 13 di Aprile 2015, – di costoro, di questi moderni eroi dell’agricoltura locali i quali, attraverso una dubbia industriosità, garantiranno la salubre, morale espansione economica delle nostre comunità: un orrendo concerto di urla di terrore delle vittime finite a pezzi nelle celle frigorifere, un rinnovato, mostruosamente calloso sentimento di indifferenza dei loro carnefici verso tale supplizio,
Per approfondire sul ruolo dei mattatoi e della cultura mortifera che tali progetti emanano sulla nostra coscienza collettiva riferirsi ad un nostro precedente articolo sull’architettura della sopraffazione.
Libertà dal Carnismo
Pubblicato: 18 Maggio 2015 in abolizione della carne, allevamenti, allevatori, Ambiente, animali, antispecismo, carne, carnismo, grosseto, macelli, mattatoio del madonnino, nazismo, veganTag:ABOLIZIONE DELLA CARNE, allevamenti, ambiente, animal liberation, ANIMALI, antispeciesism, ANTISPECISMO, associazione d'idee, carne?, macello, mattatoio, mattatoio del madonnino, nazismo, vegan
In queste ore, in molte parti del mondo, si celebra il settantesimo anniversario della sconfitta del terzo reich, della disfatta della Germania di A.Hitler e dello smantellamento dei campi di sterminio, strutture verso le quali venivano avviati ebrei, comunisti, Rom e omosessuali, per menzionare soltanto alcune delle “categorie” umane che in misura maggiore hanno sofferto l’oppressione totalitaria di quel regime.
Per molti di noi l’olocausto continua a realizzarsi ogni giorno dietro le mura dei mattatoi, all’interno degli allevamenti, in tutti i luoghi di segregazione e di annientamento di miliardi di altri animali il quale destino è segnato da un motivo di profitto che lo sfruttamento dei loro corpi genera e garantisce, dal ragionamento economico umano e dalle abitudini alimentari di una moltitudine insensibile al loro tremendo carico di angosciosa sofferenza .
Nel settantesimo anniversario della sconfitta del nazismo di stato il nostro pensiero e la nostra azione va a queste vittime seriali, anonime, singolarità che l’attuale Sistema ( inteso come quell’insieme di norme, costumi, credenze, strutture e prassi ) non considera neanche quali individui senzienti, Sistema che li consegna nelle mani dei boia macellai, ai libri contabili corrotti di chi ne commercializzerà le membra, ai palati viziati di chi ne consumerà le carni alla stregua di oggetti inanimati.
Per loro il nazismo, in quanto ideologia votata alla discriminazione e alla sopraffazione del forte sul debole, non è mai finito.
Divenire VEGAN OGGI come primo passaggio verso una consapevolezza maggiore dei rapporti causa/effetto, una coscienza collettiva nuova fondata su sentimenti quali l’altruismo, l’amore, il rispetto e la compassione.
Vegan significa OGGI contribuire in maniera concreta a fermare la strage e a dare alla attuale fase della civiltà umana la possibilità di un cambiamento evolutivo reale, sentito, autenticamente vissuto.
La scelta Vegan come atto essenziale alla realizzazione di un cambiamento culturale che ci permetta di uscire da questa insano e criminale ciclo di violenza generalizzata e istituzionalizzata, da questo coacervo di attività votate allo sterminio sistematico delle popolazioni non umane e al degrado morale della nostra specie.
PTT
La discordanza tra Ambientalismo e abitudini alimentari carnee
Pubblicato: 1 Maggio 2015 in abolizione della carne, allevamenti, allevatori, ambientalismo, Ambiente, carne, carnismo, ecologismo, inquinamento, veganTag:269 life, ABOLIZIONE DELLA CARNE, allevamenti, ambientalismp, ambiente, ANIMALI, associazione d'idee, ASSOCIAZIONE D'IDEE ONLUS, cambiamenti climatici, carne?, carnismo, climate change, ecologia, ecologismo, economia sostenibile, GROSSETO, impatto ambientale, mercy for animals, vegan
Come possiamo dirci “ambientalisti” o “ecologisti” senza avere maturata, o mantenere una mentalità sufficentemente aperta per cominciare a farlo, una consapevolezza in relazione al tipo di impatto che le nostre scelte alimentari quotidiane esercitano sugli altri e sull’ambiente?
Interi settori della popolazione mondiale si dichiarano a favore di politiche di tutela e di salvaguardia della Natura senza porsi criticamente la questione del proprio diretto contributo alla depredazione delle risorse del pianeta e alla distruzione degli ecosistemi.
Ogni giorno abbiamo la necessità di nutrirci. Per fare questo ci affidiamo con leggerezza al supermercato o ad altre grandi catene di distribuzione alimentare le quali a loro volta, motivate da imperativi economici, acquisiscono i loro prodotti da imprese, che sia locali che multinazionali, le quali ingaggiano in maniera diretta ad una vera e propria guerra al mondo vivente.
Ci permettiamo di banalizzare la questione dell’impatto che un certo “vivere moderno” opera sul mondo vivente presentando in sette punti come, rimuovendo la carne dai nostri piatti, sia possibile mettere in atto un comportamento non soltanto compassionevole e votato al rispetto degli altri animali, ma di cruciale entità anche nella lotta contro la graduale devastazione del territorio i quali effetti sono sotto gli occhi di tutti.
1_ Non contribuire all’inquinamento delle falde acquifere e dei corsi d’acqua.
A causa di fattori tutti riconducibili all’economicità delle loro attività gli allevatori costringono il maggior numero di animali nel minore spazio possibile, che si tratti di allevamenti intensivi o di piccole imprese locali questi ultimi produrranno un forte impatto sul territorio per via delle loro deiezioni.Soltanto una frazione delle deiezioni prodotte verranno assorbite dal terreno senza procurare gravi danni a fiumi, falde, torrenti e a tutti gli altri corsi e depositi di acqua pulita essenziali per la vita e per la salute di tutti.
2_ Fermare la distruzione degli habitat naturali
La riduzione drastica nel consumo di alimenti carnei e derivati contribuisce al mantenimento della diversità biologica arrestando il trend in atto, registrato negli ultimi anni, di estinzione in massa di specie animali.
Secondo il Center for Biological Diversity la produzione di animali da mandare al macello è la causa principale, in termini di impatto ambientale, del declino nella qualità dell’aria, dell’acqua e degli spazi naturali disponibili agli animali selvatici per vivere indisturbati dalla civiltà umana.
Dal 1980 al 2010 la produzione di carne è triplicata a fronte di una popolazione mondiale di oltre sette miliardi di individui, da ora al 2050 è previsto un ulteriore 50% in più nella domanda a meno che non si riesca ad arrestare e ad invertire l’attuale trend relativo ai “bisogni indotti” nella popolazione da parte dell’industria agro alimentare la quale realizza profitti enormi in questa equazione mortale.
La sovra popolazione del pianeta e la sete di dividendi delle industrie umane sono le cause primarie delle scelte non sostenibili operate dai governi mondiali, scelte erratiche che stanno conducendo alla catastrofe attraverso un processo di spoliazione delle risorse inesorabile nella sua drammaticità
3_ Ridurre il consumo di acqua
Nei paesi a capitalismo avanzato oltre il 50% delle risorse idriche vengono impiegate nei processi di produzione di alimenti carnei.
In pratica occorrono fino a 20.000 litri di acqua ( l’equivalente di 2 mesi di consumo medio di acqua in docce ) per un chilo di carne.
Per la produzione di un chilo di frumento ci vogliono tra i 500 e i 4000 litri. http://www.theguardian.com/news/datablog/2013/jan/10/how-much-water-food-production-waste
4_ Prevenire la deforestazione
Secondo dati contenuti nella working paper n.22 della World Bank il volume attuale di carne immessa sul mercato alimentare globale è il principale responsabile della distruzione delle foreste pluviali operata dalle multinazionali e dagli altri operatori del settore per fare spazio agli allevamenti intensivi ( aree di pascolo e da adibire agli impianti di lavorazione ).
5_ Salvare gli oceani
Per quanto ci riguarda qualsiasi tipo di pesca rappresenta un grave abuso nei confronti delle creature marine e dell’ambiente che le ospita.
Secondo uno studio compiuto nel 2010 il 90% delle specie più grandi di pesci presenti al mondo sarebbero scomparse dai mari .
Le tecniche industriali di pesca oggi sono comparabili a delle vere e proprie azioni militari costituite dall’inseguimento guidato da radar e satelliti dei grossi banchi di pesci e dal rastrellamento selvaggio dei fondali che intrappolano e soffocano, uccidendole indistintamente, tutte le specie che abitano gli oceani. In alte parole, come l’impronta umana avanza sui territori sommersi del pianeta tutto l’ecosistema che ne sostiene la vita subisce il mortale impatto senza avere alcuna possibilità di ripresa.
6_ Proteggere la Natura e le bio diversità
Decine di migliaia di animali selvatici predatori come le volpi, gli orsi, i lupi e le linci
vengono uccisi o cacciati dai loro territori in quanto rappresenterebbero un fattore di rischio per l’industria alimentare carnea, stessa cosa accade a diverse specie di ungulati i quali, a dire degli impresari che producono cibo per conto degli allevatori, interferirebbero, per via della loro presenza, con le politiche e con le prassi di assegnazione di intere aree a progetti imprenditoriali legati all’industria suddetta.
7_ Combattere i cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici derivati dall’attività economica umana sono oggi la minaccia più temibile alla nostra stessa esistenza.
Riducendo drasticamente il consumo di carne e derivati con la prospettiva di un cambiamento radicale delle nostre abitudini alimentari ogni uno di noi può contribuire in maniera significativa alla riduzione del quoziente di emissioni di metano e di ossido di azoto nell’atmosfera
Più alto il consumo di prodotti carnei più drammatica la quantità degli agenti atmosferici che determinano il fenomeno noto come effetto serra .
Passare da una dieta carnea ad una basata sui prodotti della terra non solo equivale ad un atto di amore e di considerazione nei confronti degli altri animali che subiscono per mano dell’uomo le peggiori umiliazioni e violenze, ma ad una scelta concreta per contrastare la razzia delle risorse naturali e lo scempio operato dalla civiltà umana all’ambiente che ci accoglie.
Per fare una simile scelta non occorrono doti particolari, ma la semplice volontà di incidere positivamente nella vita degli altri e nella propria.
Adottare una filosofia di vita Vegan oggi significa divenire il cambiamento che ci auguriamo vedere realizzato e per farlo non è mai stato più semplice in considerazione delle decine di ottime risorse on line per un primo orientamento personale sia per quanto riguarda la nostra alimentazione che per tutti gli altri aspetti pertinenti tale filosofia ( cosa vestire, come intrattenersi, come vivere in maniera sostenibile e non violenta ).
Per informazioni sulla scelta Vegan navigare qui e qui.
Grazie a Mercy For Animals per l’ispirazione e per alcuni dei contenuti esposti.
TECHNOTERRA @ NO CAGE ( Prato ) sabato 18 aprile 2015 – #occupyMcDonalds a Firenze domenica 19
Pubblicato: 13 marzo 2015 in #occupymacdonalds, allevamenti, allevatori, Ambiente, animali, antispeciesism, antispecismo, carne, carnismo, circolo no cage, djing, earth riot, grosseto, musica elettronica, technoterra, UncategorizedTag:activism, allevamenti, ANTISPECISMO, ASSOCIAZIONE D'IDEE ONLUS, ATTIVISMO, carnismo, grosseto 269, mcdonalds, no cage, prato, technoterra grosseto, veganismo
Contro McDonald’s e le sue politiche di aggressione, sfruttamento e sterminio. Contro il carnismo dottrina e prassi votate alla distruzione del mondo vivente, all’accumulazione iniqua di ricchezza e al sottosviluppo culturale. GO VEGAN – CHANGE THE WORLD.
N.B. il testo che segue contiene un errore che al momento non riusciamo a rettificare: l’evento a Firenze si tiene il 19 Aprile naturalmente ( non Marzo ).
TECHNOTERRA SOUNDSYSTEM con special guest THE DUBWISER per una notte di musica elettronica al NO CAGE di Prato, importante realtà vegan antispecista regionale.
La domenica seguente, il 19 Marzo, parteciperemo a Firenze alla giornata di lotta curata da Antispecisti Pratesi nell’ambito della campagna nazionale #occupyMcDonalds
Riprendiamo dal sito del gruppo organizzatore della mobilitazione Earth Riot:
Mc Donalds è un’icona del capitalismo, del consumismo, simbolo di quell’industria della carne e dei derivati che uccide miliardi di animali ogni anno.
McDonalds la multinazionale per eccellenza dello sfruttamento globalizzato, colpevole di promuovere la deforestazione, alimentare il problema della fame nel mondo e lo sfruttamento dei lavoratori e del lavoro minorile.
Essere antispecisti significa rifiutare e condannare ogni forma di schiavitù, sfruttamento e discriminazione.
Per queste ragioni non possiamo accettare che all’interno dei fast food McDonald’s e simili venga proposta un’altenativa vegan, subdolo e disperato tentativo da parte della multinazionale di risollevare i…
View original post 72 altre parole
(per una) Pasqua SENZA Crudeltà
Pubblicato: 25 febbraio 2015 in affari locali, allevamenti, allevatori, animali, antispecismo, Campagne e Iniziative On-Line, carne, carnismo, Donazioni, grossetoTag:ABOLIZIONE DELLA CARNE, affissione animalista, AGNELLI, allevamenti, animal amnesty, ANIMALI, ANTISPECISMO, associazione d'idee, ASSOCIAZIONE D'IDEE ONLUS, GROSSETO, GROSSETO ONLUS, pasqua, vegan
Nonostante il grande lavoro svolto dagli attivisti in questi anni per ridurre il numero delle uccisioni di animali nei mattatoi, in particolare durante periodi particolari dell’anno, le “celebrazioni” pasquali continuano a rappresentare un picco insanguinato e il primato delle macellazioni va alla Sardegna, al Lazio, alla Puglia poi seguite da Campania e Toscana, le vittime totali in Italia ogni anno sfiorano i 4 milioni.
La nostra sarà una Pasqua Veg In quanto antispecisti e vegani ci opponiamo a ogni tipo di allevamento e di sfruttamento e preferiamo adottare una dieta alimentare scevra di violenza e di crudeltà.
Per fare questo ci affidiamo completamente ai prodotti della terra sui quali impostare la nostra alimentazione
Siamo tuttavia coscienti del fatto che il terribile destino riservato ai piccoli di pecora strappati alle amorevoli cure delle madri per finire con la gola tagliata in una pozza di sangue è uno scenario che turba particolarmente ANCHE coloro i quali non dedicano granchè della loro attenzione alla sofferenza degli altri animali per mano dell’industria agro alimentare
Bene, con questo evento ci rivolgiamo ANCHE a loro e chiediamo a tutti voi invitati di partecipare alla spesa di € 150,00 per l’affissione di 50 manifesti 70×100 sugli spazi appositi gestiti dalla Sistema SRL a Grosseto.
Questa è una iniziativa nazionale organizzata e promossa da Animal Amnesty alla quale aderiamo con entusiasmo.
Le affissioni verranno realizzate il 16 MARZO per quindici giorni.
Vi invitiamo a contribuire con una donazione con le seguenti modalità:
RICARICA POSTE PAY n. 4023600586285530 intestata a Paolo Rossi
DI PERSONA se in Grosseto telefonando o messaggiando il 3281544997
oppure tramite PAYPAL o altra carta di credito seguendo le istruzioni sul nostro profilo KAPIPAL
Pe aggiornamenti sull’andamento della raccolta delle vostre donazioni visitare la pagina Facebook relativa a questo evento.
Grazie di cuore per l’aiuto che riuscirete a darci e alla considerazione morale che accorderete agli agnellini scegliendo di NON COMPRARNE e di NON CONSUMARNE i corpi nè quest’anno nè mai più.
La raccolta parte da €25,00 versati da Carla R. EVENTO su FACEBOOK
QUI il video di TV ANIMALISTA sulla macellazione degli agnelli.
Se avete la possibilità di organizzare una affissione simile in altre città italiane non esitate a contattare Animal Amnesty visitando la loro pagina web
Il Mattatoio del Madonnino (GR): un progetto di Morte. Immagini e Pensieri.
Pubblicato: 11 febbraio 2015 in abolizione della carne, affari locali, allevamenti, allevatori, Ambiente, animali, antispecismo, carne, carnismo, grosseto, macelli, Maremma, mattatoio madonnino, morteTag:269 grosseto, ABOLIZIONE DELLA CARNE, activism, allevamenti, allevatori maremmani, ANIMALI, ANTISPECISMO, ASSOCIAZIONE D'IDEE ONLUS, braccagni, carnismo, GROSSETO, MACELLI, macello, madonnino, MaMar, maremma, mattatoi, mattatoio, morte, polo industriale madonnino, vegan
Uno dei luoghi della civiltà umana maggiormente tenuto a distanza dagli sguardi, probabilmente il luogo maggiormente rimosso dall’immaginario individuale e collettivo è quello del mattatoio.
La struttura adibita a questo tipo di attività che è stata costruita all’interno del Polo Industriale del Madonnino, a Braccagni, in provincia di Grosseto non è una eccezione a questa regola.
Questo moderno campo di sterminio è stato realizzato su iniziativa di un Consorzio di aziende locali le quali hanno beneficiato di un contributo regionale a fondo perduto di un milione e seicento ottantamila euro a fronte di una spesa di due milioni e ottocentomila euro complessivi.
Per la Regione Toscana che ha finanziato in larga parte questa impresa, l’atto di assegnare tutti quei soldi pubblici alla MaMar, una azienda specializzata nell’uccisione di animali cosi detti da reddito e titolare del progetto, costituisce un “importante passo” verso una “migliore valorizzazione degli assetti locali dell’economia rurale” di questo territorio.
Nei media locali si è parlato di sviluppo, di occupazione e persino di rilancio di un’area industriale disastrata e desertica, quella appunto dove sorge il mattatoio.
Per gli attori privati coinvolti in questa impresa le aspettative sono quelle relative alla moltiplicazione degli allevamenti in zona così da potenziare la capacità attuale di produzione e di offerta di alimenti carnei ai consumatori locali che lo richiedono.
L’industria della carne è in crisi e questo tipo di operazioni servono anche a scongiurare un ulteriore declino nella domanda. Sappiamo che gli impianti di mattazione esistenti intorno e internamente alla provincia di Grosseto non operano a pieno regime, non c’era davvero necessità di costruirne un altro, le finalità, come abbiamo detto infatti sono diverse.
Ma a noi interessa porre l’accento sugli aspetti etici di un simile progetto, nell’anonimo luogo che vediamo nelle immagini, un mattatoio che sicuramente disporrà di impianti e dispositivi di contenzione, detenzione, uccisione e smembramento dell’ultima generazione, all’interno di questo lugubre luogo, una volta divenuto operativo, si ammazzeranno almeno 12,000 animali all’anno, singolarità che avranno condotto la loro non-vita segregati in qualche stalla o gabbia o allevamento di tipo industriale, totalmente nelle mani dei loro padroni umani i quali avranno stabilito dalla disgraziata nascita di queste creature alla loro fine violenta e sanguinosa ogni singolo aspetto delle loro esistenze, in effetti esseri senzienti trattati come merce, come oggetti da accumulare e da consumare.
Questi animali verranno trasportati qui, al mattino presto o di notte, per non turbare le coscienze di coloro i quali poi ne acquisteranno i corpi, fatti a pezzi e ben ripuliti, resi accettabili alla vista, confezionati dai macellai o nei supermercati.
Nessuna connessione tra il sistema di moderna schiavitù ( gli allevamenti ) i luoghi dove si commette il genocidio quotidiano ( i mattatoi ) e la tavola dove chi consuma questo tipo di alimenti si siede ogni giorno deve essere fatta, nessuna connessione, il vecchio adagio che recita “occhio non vede, cuore non duole” non è stato mai così vero come in tali circostanze.
Di fatto il sistema di allevamento e di sfruttamento degli animali se osservato da qualunque prospettiva, da qualsiasi occhio capace di rappresentarlo criticamente è un sistema di una crudeltà inaudita, un apparato connotato dalla violenza metodica del forte sul debole in ogni sua fase, un sistema di potere che fa presa assoluta sulle proprie vittime che noi chiamiamo DOMINIO.
Il dominio umano si afferma sugli altri animali in differenti forme e con diverse modalità, basta pensare all’industria dell’intrattenimento, alla sperimentazione bio medica, allo sfruttamento affettivo che si impone a determinate specie, alla caccia e alla pesca, ma la violenza efferata e seriale che si compie con ferocia e senza rimorsi per produrre cibo ammonta ad una percentuale che sfiora il 98 per cento di tutti i crimini compiuti ai danni degli altri animali da parte dell’uomo.
Questa situazione obbliga alcuni di noi a porci degli interrogativi e a enfatizzare con tutti i mezzi di cui disponiamo l’indifendibilità di tale brutale forma di oppressione e l’obbligo morale di fermarla.
Al Madonnino, come in altre cattedrali del dominio specista, schiavi non umani, discriminati e oppressi in quanto non facenti parte della specie eletta, creature rese invisibili e riproducibili all’infinito termineranno il loro angoscioso e breve viaggio su questo mondo.
Arriveranno al Polo Industriale nei camion, spesso dopo viaggi lunghi ed estenuanti, senza acqua ne cibo, al freddo gelido o nel caldo torrido e obbligati a scendere senza tanti complimenti, convogliati nei recinti esterni e poi, uno alla volta, verso i tunnel della morte, storditi in maniera adeguata se hanno un briciolo di fortuna, ancora coscienti in altri casi nelle mani degli addetti al taglio della gola, alla rimozione di muso e zoccoli, all’evisceramento….una orrenda catena di smontaggio degna dei peggiori film dell’orrore, un orrore senza eguali dove il sangue, le lacrime, il terrore, la merda, le urla, l’angoscia si levano, si mischiano e si separano dalla carne, dalla fibra, dai muscoli, dalle budella e da altre parti che verranno poi vendute opportunamente ripulite e rese presentabili a quei consumatori che non si chiedono, che non intendono vedere, che non dispongono di una sensibilità tale da consentire loro, appunto, di fare le dovute connessioni.
Non abbiamo bisogno dei mattatoi, dei trasportatori di animali vivi, degli allevamenti, degli stupri industriali per generare nuove vittime, non abbiamo bisogno dell’allevatore e del macellaio per vivere.
Possiamo vivere bene e mangiare con gusto basando la nostra alimentazione sui prodotti della terra, vivere senza infliggere disperazione, violenza e morte ad altri è possibile, per questo vogliamo che posti simili a quello del Madonnino scompaiano o che vengano riconvertiti ad una economia di pace, di solidarietà e di crescita culturale.
Oggi in molti abbiamo deciso di non sostenere più coi nostri acquisti l’industria alimentare tradizionale, abbiamo eliminato dal nostro carrello della spesa tutti quei prodotti derivati dallo sfruttamento degli altri animali.
Altri ancora hanno deciso di dedicare parte del loro tempo e delle loro risorse personali alla lotta per la liberazione delle vittime non umane di questa orrenda macchina di sterminio, giustificata dall’ideologia antropocentrica secondo la quale tutto è lecito nell’interesse della specie dominante e del modello economico accettato.
Il denaro e la creazione di sempre maggiori margini di profitto sono le vere cause di tanta violenza, di tanta indifferenza, del declino dei nostri valori e della valorizzazione dell’umanità che dovrebbe distinguerci dalla bestie ( ci dicono ).
Dov’e’ l’umanità in posti come il mattatoio del Madonnino?
Dov’e’ la dignità e la moralità dei carnefici che lo operano e la rispettabilità di chi finanzia simili progetti di morte?
Dove l’intelligenza e la capacità di riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato?
Queste qualità non esistono più, in famiglia e a scuola ci hanno inculcato nozioni in diretto contrasto con l’insorgere di sentimenti quali la solidarietà e l’altruismo, sentimenti che noi, attivisti per la liberazione animale, sentiamo fortemente di dover declinare estendendo la sfera della compassione e della considerazione morale ANCHE alle specie diverse da homo sapiens, diverse ma non meno degne di vivere.
Solo il fatto che ogni creatura senziente è capace di soffrire dovrebbe indurre in ogni uno di noi una riflessione e una presa di posizione netta al fianco delle vittime, in opposizione ai carnefici e ai mandanti di tale infame e scellerato progetto di dominio e di distruzione del mondo vivente, per queste ci opponiamo a tutti i macelli, a tutti gli allevamenti, per questo nel 2015 dobbiamo continuare a batterci contro la schiavitù.
riflessione e una presa di posizione netta al fianco delle vittime, in opposizione ai carnefici e ai mandanti di tale infame e scellerato progetto di dominio e di distruzione del mondo vivente, per queste ragioni siamo venuti qui oggi e vi torneremo presso il polo industriale del Madonnino in provincia di Grosseto, per queste ragioni ci opponiamo a tutti i macelli, a tutti gli allevamenti, per questo nel 2015 dobbiamo continuare a batterci contro la schiavitù.