E’ difficile credere che nelle cosi dette società civili umane, una delle più crudeli e violente rappresentazioni della supposta superiorità umana su di una altra specie possa continuare a svolgersi in Spagna, in Francia, in Portogallo e in altri paesi non europei.
La Corrida è uno “spettacolo” barbaro e sanguinoso che avrebbe dovuto essere bandito molto tempo fa. Per molti di noi rimane incomprensibile come chiunque possa essere disposto a pagare l’ingresso in una arena per “godersi” l’uccisione lenta di una creatura isolata e vulnerabile nelle mani dei suoi aguzzini, una creatura, il Toro, che non ha fatto niente di male ai suoi tormentatori, venire infilzato e pugnalato più volte da degli imbecilli vestiti da pagliaccio che si fanno grandi in fronte ad una folla di persone insensibili e ignoranti. Questi depravati non soltanto sborsano i soldi per acquistare i biglietti, ma, all’unisono gridano “olè” ogni volta che una banderilla o una lancia viene piantata impietosamente su dorso e collo del malcapitato animale il quale spende gli ultimi istanti della sua triste vita in agonia e in umiliazione.
I media propongono la Corrida glorificandone i reali contenuti, presentano il Matador come un personaggio eroico il quale mette a rischio la propria incolumità personale affrontando con coraggio una folle, inferocita bestia di 700 chili in un duello all’ultimo sangue. Questa manipolazione dell’intero evento Corrida è motivata dalla volontà di sostenere il primato umano nel dominio della Natura, per affermare il misterioso rituale dell’uomo e della bestia tanto integrato nella cultura e nelle tradizioni della Spagna e degli altri paesi nei quali si continuano ad organizzare simili manifestazioni. Si tratta di una specie di esorcismo che ha assunto da tempo una dimensione economica significativa grazie alle sponsorizzazioni e ai diritti relativi alle riprese video degli eventi, agli inserzionisti e alle altre agenzie che patrocinano questo genere di “spettacolo” , l’industria del turismo in primis.
A dire il vero però, molti turisti, dopo aver testimoniato in maniera diretta questa insana mattanza, ad eccezione dei più callosi psicopatici tra loro che probabilmente amano vedere gli altri soffrire, non considerano susseguenti visite alle arene dove si tengono questi macabri eventi.
Il Toro per natura, non è un animale aggressivo, la ragione per cui appare arrabbiato al suo ingresso nell’arena e pronto a caricare chiunque gli si presenti davanti e che egli, nei due giorni precedenti all’incontro coi suoi assassini, ha subito orrendi abusi di ogni tipo. Infatti l’animale che gli spettatori vedono non è un individuo normale e in salute, ma un animale debilitato dal punto di vista fisico e psichico, un animale mezzo accecato le quali possibilità di difendersi dai suoi tormentatori sono quasi inesistenti. Al Toro viene infilata nelle orecchie della pasta ottenuta macerando carta di giornale nell’acqua, vasellina introdotta negli occhi, cotone idrofilo nelle narici, spilloni piantati nei genitali. Spesso una miscela caustica viene cosparsa sugli arti dell’animale per renderlo incapace di coordinare al meglio i propri movimenti, in questo modo il Toro viene dissuaso da accovacciarsi sul terreno. All’animale vengono somministrate droghe per renderlo più prevedibile nei comportamenti a seconda che lo si desideri più o meno combattivo, lassativi per debilitarne ulteriormente la possenza fisica.
Prima del “combattimento” l’animale viene tenuto segregato in un recinto di dimenzioni ridotte e al buio completo per disorientarlo al momento del suo ingresso nell’arena. Quando il Toro viene “liberato” dalla sua prigionia, durata appunto due giorni, egli corre, attraverso un tunnel, disperatamente verso la luce credendo forse, erroneamente, che sia giunto per lui il momento di svincolarsi dalla reclusione. Quello che il Toro trova alla fine del tunnel non è la libertà, ma folla assordante a lui ostile e i suoi assassini umani pronti a straziarlo.
Il “combattimento” si distingue in tre fasi separate e l’intero atto dell’uccisione dell’animale può durare, con alcune varianti, fino a venti minuti. L’apertura della terrificante “cerimonia” è connotata dal suono di una tromba. Non è raro che al loro ingresso nell’arena alcuni individui abbiano collassato a terra a causa delle sevizie subite in precedenza, nell’evenienza che questo accada sono pronte squadre di assistenti a cavallo i quali forzeranno l’animale ad alzarsi con l’ausilio di corde.
La sequenza degli eventi comincia quando il Toro fronteggia i picadores a cavallo, lo scopo della loro azione è quello di far stancare l’animale e di ferirlo con un arma dotata di una lama chiamata Pica. Una volta colpito con questo attrezzo sui muscoli del collo le ferite sul corpo dell’animale si allargano per azione dei suoi stessi movimenti. Il Toro comincia pian piano a dissanguarsi.
Alla fine di questa prima fase, gli assistenti del matador iniziano con le banderillas, dei veri e propri arpioni che vengono piantati in diverse parti del corpo dell’animale, almeno sei di questi attrezzi vengono utilizzati ed ogni volta che uno di questi raggiunge il bersaglio inteso il Toro emette un disperato urlo di dolore prima di scuotersi freneticamente nel tentativo vano di liberarsi di questi.
Un nuovo squillo di tromba segnala l’inizio dell’ultima fase, questi sibilanti suoni di distinguono da altri suoni caratterizzati da lente e gutturali nenie che vengono emessi dagli addetti e che rendono ancora più allucinante l’intero incubo che l’animale stà vivendo per mano dei suoi persecutori. In questa fase il Toro verrà ucciso. L’uccisione dura circa sei minuti ed è compiuta dal matador. Nelle rare circostanze in cui egli non riesca a farlo i suoi assistenti lo faranno per lui intervenendo alla fine per “finire” la creatura moribonda.
Il compito del matador è quello di recidere l’arteria vicina al cuore con l’inserzione netta e profonda di una spada, cosa questa che non accade quasi mai. Ci vogliono almeno due o tre tentativi prima che il sopravvento della morte risparmi all’animale ancora maggiori sofferenze. A questo punto il cuore e i polmoni del Toro sono stati forati e l’animale vomita sangue, quasi miracolosamente egli tenta di rialzarsi, talvolta riuscendoci, si inginocchia, ricevendo nel processo ulteriori mutilazioni per mano degli uomini che lo circondano. Una volta esamine a terra, ancora cosciente, al Toro non viene concessa alcuna dignità , il suo corpo infatti subirà una serie di altre mutilazioni: le orecchie e la coda vengono tagliate via ed il suo tumefatto e sanguinolente corpo viene trascinato via da un apparato fatto di legno e catene, dagli spalti si levano urla di gioia e abusi diretti ai protagonisti di tale vergognosa rappresentazione, al passaggio di quello che resta del corpo del Toro alcuni spettatori lanciano verso di questo ogni tipo di oggetti per confermare il loro disprezzo e totale ripugnanza nei confronti dell’animale. In certi casi, quando l’animale lascia in simili circostanze l’arena può essere ancora vivo.
Ma il Toro non è sempre l’unica vittima delle arene di Corrida, centinaia di cavalli infatti periscono ogni anno a causa del loro utilizzo nelle operazioni di lenta, programmata uccisione dei tori.
Anche ai cavalli vengono occluse le cavità delle orecchie, vengono bendati e le loro corde vocali tagliate per togliere loro persino l’abilità di gridare per il dolore. Non accade raramente che questi animali inciampino rovinando a terra sulle proprie interiora fuoriuscite a causa delle ferite riportate nei contatti con il Toto ridotto alla follia e al degrado dai suoi vessatori. I cavalli tremano e sudano dalla paura e vengono forzati anche più volte dai loro montatori umani ad entrare nell’arena a seconda delle necessità. I cavalli dei picadores, reduci da latre attività di sfruttamento, sono animali la quale vita lavorativa è giunta al termine e ritenuti “spendibili”, finiranno infatti i loro giorni nell’arena, anche loro, destinati ad una morte cruenta e dolorosa.
Nonostante tutto questo c’e’ chi sostiene la Corrida argomentando sul valore simbolico attribuito a questa dalla tradizione, c’e’ chi definisce come “eventi culturali” queste tragedie non tenendo affatto di conto che Cultura significa avanzamento e arricchimento delle popolazioni beneficiarie, noi con tutta franchezza troviamo ridicolo appellarsi a questo concetto per sostenere avvenimenti nei quali si tortura, si spettacolarizza e si uccide a poco a poco un animale che non può ne difendersi ne abbandonare il “teatro” dell’aggressione.
E’ vero che esistono e che vengono promossi dalla “civiltà umana” eventi e attività altrettanto sanguinosi e crudeli ai danni dei nostri fratelli, gli altri animali, basta pensare alla Vivisezione https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2014/04/20/sezionare-la-vita-la-professione-medica-e-i-moderni-sacerdoti-dellideologia-del-dominio/ alla Caccia Sportiva https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/11/15/cacciatori-brava-gente-una-testimonianza/, ai combattimenti tra cani, allo sfruttamento degli orsi asiatici http://www.animalsasia.org/ , allo sterminio degli animali cosiddetti da reddito e da pelliccia , ma questo non significa che si possa tollerare l’esistenza della Corrida ne piu ne meno di quanto non riusciamo a fare con tutte le altre nefandezze compiute dall’uomo sugli animali, i quali NON possono difendersi da soli, NON hanno nessuno che porti avanti le loro rivendicazioni o che possa esprimere il tremendo carico di disperazione e di miseria loro inflitto dai congetturali padroni del mondo vivente : la specie umana.
Come menzionato sopra, l’industria dell’intrattenimento che si fonda sull’abuso degli altri animali viene principalmente sostenuta dall’attrazione che essa riesce ad indurre sulle potenziali masse paganti, persone disposte a muoversi e ad acquistare biglietti, che poi lo facciano per curiosità o guidati da sentimenti maggiormente riprovevoli questo NON canbia la sorte delle vittime di tale industria.
BOICOTTIAMO LA SPAGNA fino a che questo paese non ha implementato una politica volta all’abolizione della Corrida, boicottiamo l’economia di tutti gli altri paesi coinvolti nella Corrida e attiviamoci fattivamente attraverso il trasferimento di queste e di altre informazioni su ciò che accade nelle arene dove la vita di esseri senzienti, sicuramente capaci di soffrire come lo siamo noi, viene insultata, degradata, obliterata con tali spaventose modalità.
Grazie a http://www.stopbullfighting.org.uk per l’ispirazione sui contenuti di questo articolo.
Nella città francese di Alès si terrà una manifestazione contro la Corrida il 31 di Maggio 2014 per saperne di più, per partecipare visitare la pagina relativa all’evento Facebook https://www.facebook.com/events/230385900475518/?source=1 sulla quale si trova anche la traduzione in italiano curata dal nostro gruppo. Gli organizzatori della manifestazione dispongono di un blog, tutto in francese che può essere visitato seguendo il seguente link : http://www.anticorrida.com/
Video clip realizzato dall’artista / attivista francese Maxime Ginolin https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/12/27/maxime-ginolin-in-concerto-a-grosseto/ per promuovere l’abolizione della Corrida, il video contiene delle immagini estremamente cruenti sullo strazio che questi nobili animali subiscono per mano dell’uomo http://youtu.be/HTBRSa1bRvw