Archivio per marzo, 2014

 

iniziative ADI pasqua 2014 EXTRA DEFINITIVE

SABATO 12,  dalle ore 17,00 in Piazza Dante a Grosseto e GIOVEDI 17 Aprile 2014 di fronte al Mercato Coperto di Via Fossombroni dalle ore 10,00 

Manifestiamo per esprimere il nostro sgomento e la nostra aberrazione alle violenze di allevatori, macellai e imprenditori del settore agro alimentare che si “guadagnano da vivere” calpestando e uccidendo gli inermi allo scopo di trasformarli in cibo.

agnelli felici

Sono quattro milioni ogni anno gli agnelli i quali, fatti nascere schiavi e strappati alle loro madri finiranno sul piatto della moltitudine umana dedita, con ingordigia carnea, all’osservanza abitudinaria del rituale cristiano che impone loro di festeggiare , con queste barbare modalità, la ricorrenza religiosa pasquale.

 

I campi di concentramento esistono ancora, si chiamano allevamenti, i campi di sterminio esistono ancora, si chiamano macelli.

Qui a Grosseto ne stanno costruendo uno nuovo https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2014/03/27/linsanita-del-mattatoio-linsanita-dellindifferenza-a-grosseto/ una struttura che sorgerè distante dall’attenzione dei residenti, lontana dallo sguardo di chi, sensibile alla crudeltà e alla sofferenza inferta su degli inermi, potrebbe inorridire di fronte alla prigionia, ai lamenti, alla mercificazione di individui senzienti non umani, condannati ad una esistenza miserabile dall’uomo padrone e inviati negli impianti di mattazione per venire “processati” a “norma di legge”.
I loro corpi tagliati, scuoiati, spezzati, ridotti in carcassa, resi irriconoscibili dalle lame dei “rispettabili” lavoratori che operano all’interno di questi stabilimenti, verranno trasportati verso i vari centri di distribuzione della filiera agro alimentare e venduti ad altrettanto “rispettabili” consumatori, ai quali sembrerà del tutto legittimo e naturale divorarne le carni.

I nostri attivisti si ritroveranno in strada per testimoniare non soltanto che è possibile vivere senza uccidere, ma che una filosofia di vita che escludA prodotti e derivati dallo sfruttamento e dall’uccisione di animali è facile da attuare e conveniente da mantenere http://www.vegfacile.info/

Nutrirsi dei prodotti della terra è quanto di più naturale e gustoso ogni uno di noi possa fare così da riscoprirsi parte integrante dell’ambiente che ci accoglie, sostenitori di un cambiamento radicale dei modelli di sviluppo e di convivenza che desidereremmo scandissero la nostra esistenza.
L’attuale sistema organizzativo umano, quello imposto da una tecnocrazia demente votata alla distruzione della Natura e al dominio del forte sul debole, ci stà conducendo al disastro e all’alienazione.

Anche qui in Maremma, un territorio nel quale risulta ancora più ardua l’opera di sensibilizzazione alla questione animale , quindi al problema dello Specismo  http://www.liberazioni.org/articoli/MauriziM-06.htm  ,  causa l’isolamento culturale storico che connota questa provincia, è possibile affrancarsi da quegli automatismi tipicamente originati dal conformismo alle norme  tramandato in famiglia e insegnato a scuola, per cercare di assumere, mantenendola, una posizione netta a fianco degli oppressi, contro l’Olocausto animale http://www.adaptt.org/killcounter.html

Non si tratta “soltanto” di salvare la vita a qualche agnello, con le nostre azioni desideriamo minare lo status quo fondato sull’indifferenza che generalmente si nutre nei confronti delle vittime degli abusi quando quelle vittime non siamo noi, i nostri familiari, i nostri amici,

Per gli attivisti che si battono per la liberazione animale non c’e’ differenza tra la vita di un piccolo di pecora o di una specie che la cultura antropocentrica dominante ci insegna a considerare “superiore”, l’essere umano ha il dovere di proteggere e di tutelare chi si ritenga non possedere intelletto o forza fisica a sufficienza per farlo da se.

Chi è diverso da noi NON è inferiore a noi.

EVENTO FACEBOOK

https://www.facebook.com/events/738708709506844/?ref=22&source=1

In un recente articolo su di un giornale locale http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2014/03/26/news/madonnino-in-pieno-degrado-1.8928913 il redattore lamenta il degrado e la mancanza di prospettive di una zona, quella industriale del Madonnino, vicino alla frazione di Braccagni al confine del comune di Grosseto, presso la quale è in via di costruzione un’opera che, per quanto ci riguarda, rappresenta il primato negativo nell’ambito dell’industriosità umana: il nuovo mattatoio.

La Ma.Mar Mattazione Maremmana di Ribolla, azienda presieduta da un tedesco, tale R.L. Heinzmann Christian,  ha infatti acquistato il lotto n.23 del Polo Industriale ed ottenuti tutti i permessi per costruirvi il nuovo impianto.

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Qualche mese fà, discorrendo della questione con un personaggio assai informato,  il quale opera come piccolo imprenditore proprio nell’indotto della macellazione degli animali, ci sentimmo dire” macchè nuovo mattatoio! quello è un bluff…nella provincia di Grosseto non servono nuovi impianti…il consumo di carni è in fase calante da anni…gli impianti dediti alla mattazione esistenti già lavorano a scarso regime…” e, cercando di confortarci concluse ” di certo si tratta di qualche operazione poco chiara e dai meno chiari risvolti di natura clientelare che i vari responsabili dei potentati economici e politici locali stanno svolgendo per speculare…” e concluse “…lasciatevelo dire da me…il settore dell’allevamento e della mattazione stà andando ad esaurirsi…”
Tali rassicurazioni ci furono – e continuano ad essere – effettivamente di grande sostegno, in particolare nei momenti in cui il nostro pensiero và alle centinaia di migliaia di poveri individui senzienti che continuano a fare il loro ultimo viaggio, quello che, dopo una breve esistenza  priva di qualsiasi attributo degno di essere considerato significativo in termini di qualità della vita, li condurrà nelle mani dei carnefici umani, degli addetti alla loro morte sanguinosa, sotto le lame impietose dei macellai https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/05/19/viaggio-allinferno/

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In verità, se si viaggia con l’auto fin dentro l’area industriale del Madonnino, proprio in fondo a questa, all’interno di una recinzione è ben visibile il cantiere dove operano le ditte che con i loro macchinari e i loro uomini stanno edificando questa struttura mostruosa, questo tempio della malvagità umana, questo altare sacrificale all’ingordigia carnea e allo sterminio dei nostri fratelli e sorelle non umani https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/12/13/un-pezzo-alla-volta/
Non siamo in molti a curarcene, ma ben nascosto dagli sguardi dei residenti della zona, questo moderno campo di sterminio potrebbe divenire un vero e proprio incubo al momento che divenisse operativo.

In città si sono svolte alcune iniziative contro la costruzione del nuovo mattatoio http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2013/12/21/news/il-24-arriva-in-citta-il-camion-allestito-contro-il-mattatoio-1.8344278 alcune delle quali hanno riscosso un qualche successo in termini di visibilità, altre ancora sono in programma e in via di elaborazione, ma naturalmente questo non basta a fermare le ruspe, le betoniere e nemmeno quei pochi incoscenti operai che per un salario alla fine del mese sono disposti a prestare la propria opera ai progettisti nefandi di questa cultura antropocentrica e vile guidata da una ideologia menefreghista e distruttrice, dallo specismo, la quale ha dichiarato guerra alla Natura e all’intelligenza residua delle persone che la abitano,

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Su di un lungo striscione che adorna le recinzioni del cantiere in oggetto stà scritta in caratteri cubitali il nome dell’azienda fornitrice dei calcestruzzi e poi la frase ” capolavori in corso “, a noi sembra che l’unico capolavoro in corso sia lo svuotamento dei valori e di una  sensibilità condivisibili, di quei sentimenti che ci fanno sussultare di fronte alle palesi ingiustizie, un “capolavoro” messo in atto quotidianamente dai fautori del pensiero unico dominante sulle persone sottoposte a tale costante azione di programmazione delle menti, la finalità quella di  nascondere la realtà cruda, quella fatta di terrore, di sangue versato, di evisceramenti, di urla, di ossa che si spezzano, di strazianti agonie inflitte su degli esseri indifesi e innocenti, una agonia che si consuma oggi come si consumerà domani, nei mattatoi vecchi e in quelli nuovi così da  garantire agli adepti di questa civile cultura della violenza istituzionale e della sopraffazione, alla maggioranza dei carnisti – che si ritengono invece tanto  “per bene ” – un laido, quotidiano pasto a base di crudeltà e di ignoranza per una desolante ed eterna riproduzione di cotanto angosciante esistente.

Noi saremo SEMPRE dalla parte dei deboli che subiscono la discriminazione e l’oppressione dai forti, noi stiamo con le vittime dell’olocausto animale e cercheremo di dare loro una voce per quanto ci sarà possibile farlo.

dark leafy greens

Ci è capitato in almeno due delle nostre ultime iniziative nell’ambito della promozione pubblica del “discorso” teorico relativo al Veganismo Etico http://www.laboratorioantispecista.org/perche-vegan/  e a quello della Filosofia Antispecista http://www.peranimaliaveritas.org/filosofia-antispecista.html  di imbatterci in una ( talvolta ) più o meno motivata opposizione da parte di coloro i quali sostengono che “anche le piante sentono dolore” in una corsa in salita atta a valorizzare una critica di merito sui fondamenti secondo i quali non dovremmo imporre il nostro dominio di specie sugli altri animali, facendoli nascere, sfruttandone i corpi e le funzioni alla stregua di meri oggetti, imprigionandoli, sperimentando su di loro, uccidendoli senza alcuna considerazione di natura morale.

Questo tipo di opposizione ai valori del Veganismo Etico spesso è addirittura maggiormente adottato di quanto non lo sia la favola secondo la quale “Hitler era un vegetariano” – come se tale affermazione potesse svalutare automaticamente l’approccio basato sulla compassione interspecifica che anima il nostro discorso di critica radicale all’Antropocentrismo http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/A/antropocentrismo.aspx?query=antropocentrismo e alla presunzione di potenza dell’Uomo su tutto il resto del mondo vivente ( a proposito di questo la dieta alimentare di Adolf Hitler comprendeva salsicce bavaresi, fegato, prosciutto e sembra che la breve luna di miele con la dieta vegetariana del dittatore Tedesco avesse trovato la sua ragione di essere esclusivamente sul desiderio di preservare una salute psico fisica che nulla aveva a che fare con la compassione e l’empatia con gli altri animali ).

Ma insomma, le Piante provano dolore?

Coloro i quali si astengono dal sostenere i processi di sfruttamento e di sterminio degli altri animali, non dovrebbero forse divenire Fruttariani

http://pianetagreen.liquida.it/guida-al-fruttarianesimo-161761.html

piuttosto che saziare i loro appetiti in modo selettivo anche nei confronti di organismi viventi che mettono radici nel terreno e che attraverso vari meccanismi e riflessi “esprimono” una  risoluzione innegabilmente connotata dalla sopravvivenza nell’elemento che li accoglie?

Quando strappiamo dal suolo un cesto di insalata o una carota “uccidiamo qualcuno” ?

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In un articolo nella sezione scientifica del New York Times http://www.nytimes.com/2009/12/22/science/22angi.html?_r=1 l’autore cerca di marcare e di costruire il suo caso sulla presunta futilità della scelta Vegan, in quanto, le persone che hanno compiuto tale scelta, sarebbero condannati a nutrirsi di piante e quest’ultime, come ogni altro essere vivente, avrebbero il “diritto ad esistere” così come gli viene assegnato dalla Natura la quale ne favorisce  nascita e  sviluppo.

In altre parole, se la nostra sorte in quanto esseri umani è quella di “uccidere comunque” tanto vale che non si faccia alcuna distinzione in rispetto a cosa o a chi uccidiamo.

Noi riteniamo che tali argomentazioni non costituiscano una valida opposizione alla Filosofia Vegan in quanto vengono sviscerate allo scopo di giustificare il mantenimento dello status quo in rispetto al modello industriale e consumistico che la civiltà umana si è vista imporre dalle lobby agro alimentari e dalle multinazionali del cibo che ci vorrebbero indurre ad ignorare la provenienza e la qualità di ciò che mangiamo, ma soprattutto l’impatto in termini di sofferenza inferta e di distruzione reale sulla qualità di vita di miliardi di individui senzienti e sull’ambiente che li ospita.

Per cominciare, consentiamoci di tracciare una sorta di linea demarcatrice sulla vicenda e sul dibattito corrente.

Noi riteniamo che il concetto secondo il quale anche le piante siano degli esseri viventi degni di esistere contenga degli elementi affascinanti e condivisibili.

Infatti, dal punto di osservazione della Fisica Quantistica, niente, nel nostro mondo tridimensionale, nessuna materia in esso può venire considerata morta o inanimata, almeno ad un certo livello.

Questa concezione del mondo annovera tra i materiali viventi l’acqua, le pietre e persino alcuni tipi di oggetti tecnologici ( certi monitor dei computer ad esempio ).

Tutto è Energia, ci dicono gli scienziati, tutto emette una vibrazione a diverse rate di velocità e, per ciò che concerne alcuni organismi che tendono a moltiplicarsi e a fortificarsi tipo le alghe, la frutta, le verdure e i batteri, possiamo pensare a una qualche “intelligenza” che ne guida l’evoluzione e la crescita all’interno dei loro rispettivi alvei naturali.

Concordiamo pertanto con la nozione che l’atto di “possedere un innato meccanismo di auto difesa” conferisce a tutte le cose in natura una rilevanza particolare nel grande disegno dell’Evoluzione e della trasformazione cui siamo soggetti dal momento in cui siamo posti in “essere” dagli eventi.

In un certo senso, se non fosse per tutte quelle piante, per tutta la varietà vegetale presente sul pianeta e sulla loro continua attività di scambio di particelle di ossigeno e di ossido di carbonio nè noi nè tutti gli altri animali potremmo avvantaggiarsi delle condizioni ambientali che ci garantiscono  una esistenza.

Quindi, di certo i cavolini di Bruxelle e ogni altra forma di vita vegetale come i frutti, i semi e quanto altro trovano un posto nella catena della vita, spartendo persino tratti nel DNA contraddistinguenti la loro struttura a livello molecolare.

Non è una coincidenza che alcuni degli antiossidanti contenuti nei cibi vegetali i quali assicurano loro di sopravvivere agli assalti e all’azione di altre forme di vita diano pure a noi, che li assumiamo ingestendoli come nutrimento, una certa protezione contro gli attacchi delle malattie e dell’invecchiamento delle cellule.

L’automatica equiparazione tra la “capacità di sopravvivenza di un vegetale” e quella di un individuo senziente rimane comunque una salto incolmabile.

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Senziente, appunto.

Questo termine connota una caratteristica comune a tutti gli altri animali che con la Filosofia Vegan intendiamo salvaguardare non sostenendo determinate pratiche di sfruttamento per produrre cibo, capi di vestiario ed altre merci delle quali noi umani sembriamo incapaci di sottrarre dalle nostre esistenze e dalla voracità che guida le nostre opzioni.

Le facoltà cognitive di una gallina, di un vitello o di uno scarafaggio, in quanto individui senzienti, sono tali da consentire loro in maniera univoca la capacità di provare dolore, di compiere scelte discriminatorie in rispetto all’ambiente in cui vivere e riprodursi, di esprimere preferenze attraverso il comportamento, di manifestare gradi di emozioni.

Per queste ragioni gli individui con una capacità senziente si trovano collocati in una  scala evolutiva maggiormente quotata in termini di consapevolezza di se di quanto non riescano a farlo le verdure.

Per quanto ci riguarda la rigidità dei criteri di definizione sui diversi gradi di consapevolezza di se secondo i quali le piante  NON provano dolore convergono sui seguenti punti:

1_Dalla prospettiva puramente scientifica un potenziale cibo basato sulla vita vegetale NON è un essere vivente, non possiede l’innata inclinazione a sottrarsi dagli attacchi di agenti distruttivi nella stessa misura in cui la possiedono gli esseri viventi senzienti, non possiede un sistema nervoso centrale e in conseguenza a questo non può processare la gamma delle emozioni relative al dolore.

2_Filosoficamente ci appare condivisibile la nozione che Madre Natura, nella sua innegabile destrezza in termini di esecuzione delle condizioni idonee a preservare la vita, non avrebbe mai conferito ad una forma vivente la capacità di soffrire senza donargli anche quella che gli consentisse di  sottrarsi a tale miseria, lottando contro chi le attacca ad esempio, oppure sfuggendo alle attenzioni nefaste dei suoi assalitori mettendosi al riparo o in fuga non appena  divenga manifesta la minaccia o l’esperienza del dolore che questa provoca.

3_Dal punto di vista più pratico nessuno tra noi ha mai testimoniato un Sedano ribelle al suo destino o un Peperone che a gran salti sfugge dalla padella, questo non è certo il caso per gli oltre cinquanta miliardi di animali negli allevamenti mondiali che subiscono uccisioni meticolosamente programmate ed eseguite a livello industriale nei mattatoi.

Concludiamo ricordando che l’ottanta per cento di tutto il prodotto agricolo attualmente generato dall’agricoltura moderna viene destinato agli animali cosiddetti “da reddito” prigionieri dell’uomo.

Cibandosi dei loro corpi nell’opulento  occidente del mondo, si sostiene non solo il Sistema che li ha ridotti in schiavitù, ma anche l’endemico problema della scarsezza delle risorse per sfamare adeguatamente tutti gli altri esseri umani di questo mondo che, come noi, hanno bisogno di cibo per sopravvivere

https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/07/23/piu-carne-mangiamo-meno-persone-mangiano/

In quanto Vegani ci rendiamo conto che  valori quali il Rispetto e la Considerazione, valori i quali  mettiamo davanti ad una più tradizionale e radicalmente affermata attitudine di diniego rappresentano una sorta di “verità sconveniente” per gli onnivori umani di questo mondo.

E’ infatti più semplice e rapido fregarsene di  chi soffre, di chi paga le conseguenze delle nostre azioni e continuare rimpinzarsi comunque di tutto e di tutti, senza distinzione, senza pensare alle  vittime senzienti di questa fatale equazione.

Noi ci “limitiamo” a divulgare in maniera informata un messaggio di amore e di empatia verso TUTTI gli altri individui senzienti.

Il valore aggiunto di tale pensiero è quello rappresentato dalla possibilità che, a cascata, si riesca a liberarci dalle  peggiori forme di  ingiustizia e di oppressione che (s)qualificano le relazioni umane riducendole al cieco, acritico dominio del forte sul debole.

Le argomentazioni relative “all’uccisione delle piante”  non contraddicono quindi la pretesa dei Vegani di “salvare vite” ( di animali senzienti umani e non ) attraverso le loro scelte quotidiane, ma le consolidano grandemente dotandole di  ulteriori attributi.

 

Prenotazione essenziale entro Giovedì 6 Marzo 2014 al 3281544997 anche via SMS

A.D.I.

La fattoria, come luogo poetico dove gli animali vivono felici donando i loro prodotti, non esiste e non è mai esistita. Si tratta di una truffa che manipola sin dall’infanzia il nostro immaginario per rendere accettabile lo sfruttamento, il dominio, la violenza e la segregazione a cui sono sottoposti tutti gli animali da reddito. Ma cosa si cela dietro la tanto decantata cultura contadina? O dietro l’icona del latte appena munto? O dietro un romantico pollaio amatoriale?

Associazione D’Idee Onlus e Troglodita Tribe – società per azioni felici – ( Macerata ) http://trogloditatribe.wordpress.com/ ti invitano ad una serata caratterizzata dal buon cibo vegan autoprodotto e dalla cultura antispecista proposta in pillole letterarie da Fabio e Lella.

L’evento si terrà presso il CIRCOLO GRIFO SPORT in Viale Europa N° 50 a Grosseto

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di finanziare le attività sul territorio di questa Onlus .

Menù proposto:
ANTIPASTI:
Sedano rapa…

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