Archivio per ottobre, 2013

MAI più pellicce  demo @ GROSSETO

Worldwide Fur Free Friday (WFFF) è una delle mobilitazioni più grandi contro l’industria delle pellicce a livello globale.
Ci aspettiamo adesioni a questa importante giornata di lotta per la liberazione animale da almeno 200 città nel mondo.
http://www.antifurcoalition.org/worldwide-fur-free-friday.html
Le manifestazioni si terranno in contemporanea VENERDI’ 29 NOVEMBRE 2013 data in cui prende tradizionalmente piede la promozione e la commercializzazione di prodotti realizzati con animali scuoiati da questa industria senza scrupoli.
Saremo le voci dei senza voce e chiederemo il boicottaggio e l’abolizione di questa crudele pratica nelle strade e nelle piazze a migliaia.

CENTINAIA DI MIGLIAIA DI ANIMALI HANNO BISOGNO DEL NOSTRO AIUTO.

L’obiettivo della giornata internazionale di denuncia è quello di informare il pubblico e di mostrare loro cosa implica la prosecuzione di questa vile impresa commerciale in termini di sofferenza per gli animali ai quali l’uomo strappa gli unici attributi che la Natura ha donato loro, senza averne una reale necessità, ma soltanto per realizzare un profitto, per alimentare idee di stravagante vanità e per moda, chiederemo a gran voce a tutti coloro che credono di distinguersi indossando capi di vestiario contenenti inserti e accessori in pelle e pelliccia di astenersi da questa lugubre attività e di esercitare empatia per le vittime dei loro capricci.

Contro ogni Schiavitù Contro ogni Allevamento

Prima di finire ammazzati e squoiati la stragrande maggioranza di questi animali hanno vissuto una vita di miseria e privazioni, rinchiusi in luride gabbie in uno dei numerosi allevamenti che sorgono ANCHE nel nostro paese http://www.nemesianimale.net/sfruttamento-animale/indumenti/pellicce/allevamenti-in-italia/

. Altri di questi animali vengono catturati e smembrati da trappole sistemate dai cacciatori nel loro ambiente di vita naturale, molti di loro periscono tra atroci sofferenze, di inedia e in solitudine, altri ancora subiscono il brutale trattamento di venire spellati vivi e gettati via a mucchi come sacchi di immondizia.

GLI ANIMALI NON SONO INDUMENTI

Tutti i piccoli passi in avanti possibili per minimizzare l’entità di questo problema, fino ad arrivare alla sua totale eradicazione dalla faccia della Terra, possono compiersi soltanto attraverso l’azione degli attivisti e la ricerca di consenso tra i potenziali, spesso ignari, acquirenti dei prodotti finiti. Per questo è necessaria la partecipazione a momenti di azione e di informazione come quelli del 29 Novembre a Grosseto come in decine di altre locazioni worldwide da parte di tutti coloro che, con diversi percorsi di sensibilizzazione e sfumature, hanno maturato una consapevolezza rispetto alla condizione dei nostri fratelli schiavizzati, condannati a languire e a morire a milioni ogni anno nell’indifferenza generale.
http://pellicce.blogspot.it/

Ti chiediamo quindi di partecipare fisicamente a questo evento e di attivarti per diffonderlo così da massimizzarne l’impatto, forse insieme riusciremo a produrre in città un cambiamento di rotta rispetto al tema dello sfruttamento degli Animali cosiddetti “da pelliccia”.
http://www.oipa.org/italia/campagne/pellicce_canegatto_immaginifilmati.htm

Per FLASH MOB si intende un azione non violenta che consiste in un assembramento improvviso di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, che si dissolve nel giro di poco tempo e con una finalità comune, esporremo materiale informativo e cartelli, indirizzeremo i passanti con un megafone per spiegare le nostre motivazioni, distribuiremo volantini, ingaggeremo in un dibattito coi chi sarà interessato a farlo.

A seguire, nei prossimi giorni, maggiori informazioni e dettagli sull’iniziativa alla quale TUTTI saranno benvenuti anche proponendo idee pratiche e donando risorse per il reperimento e per l’acquisto dei materiali necessari all’allestimento della demo.
A questo proposito, per chi volesse contribuire anche economicamente all’organizzazione della manifestazione, seguire questo link: https://associazionedideeonlus.wordpress.com/sostieni-associazione-didee/

Due delle nostre azioni precedenti: http://www.youtube.com/watch?v=b-v3jlGWO3s

PELLICCIA è MORTE / SIT IN a GROSSETO

—————————————————————–
Per contatti con i coordinatori internazionali della giornata di lotta : 269life (facebook) or 269calf@gmail.com

Clip relativa ad una componente della nostra iniziativa in centro https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/08/22/imperialismo-a-tavola/
a seguire questo ” pezzo ” i presenti hanno potuto godersi ALMA su maxischermo autoprodotto http://youtu.be/9HsgHVeqIaU

McDonalds e le efferate crudeltà e violenza che ne distinguono le pratiche, BOICOTTIAMOLI!

Una nuova, inedita, vicenda di brutali, sistematici maltrattamenti e crudeltà, documentata attraverso riprese celate degli attivisti dell’organizzazione statunitense Mercy for Animals http://www.eggmcmisery.ca/ inchioda alle sue responsabilità la catena di ristoranti multinazionale McDonalds e i suoi fornitori ufficiali di uova.

Questo video è stato utilizzato da un noto network in prima serata nel corso di un programma investigativo televisivo seriale http://www.ctvnews.ca/w5/undercover-investigation-reveals-horrific-conditions-within-egg-industry-1.1503296
Nel filmato, girato ad Alberta, si testimoniano atti di ingiustificabile ferocia da parte degli addetti tra i quali:

* Migliaia di galline da uova rinchiuse all’interno di minuscule gabbie fatte di sottili sbarre di metallo all’interno di batterie adibite allo sfruttamento intensive degli animali. Confinate in uno spazio individuale della superficie di un foglio di risma A4 ( cm 21 per cm 29 ) nel quale le malcapitate “vivranno” per intere le loro misere esistenze, incapacitate a dispiegare le ali, camminare, covare e ingaggiare in qualunque attività loro naturali.
* Operatori ( ma sarebbe più congruo definire questa gente torturatori ) che sbattono violentemente le teste degli animali contro superfici di ogni genere per poi gettarli ancora coscienti dentro predisposti sacchi della spazzatura e lasciati soffocare lentamente
* Animali intrappolati, rimasti gravemente feriti o menomati negli ingranaggi meccanici in movimento dei macchinari che li contengono durante il ciclo di sfruttamento lasciati morire senza alcuna attenzione, senza pietà alcuna.
* Animali morti lasciati decomporre negli stessi spazi in cui sono detenute le galline ancora in vita le quali continuano a posare uova che verranno poi immesse nel mercato e/o processate nella produzione di cibo da vendere nei ristoranti McDonalds

Gli abusi su questi animali sono del tutto simili a quelli documentati in altre circostanze da Mercy for Animals e da altre organizzazioni in differenti locazioni e aziende che operano per fornire uova alla nota catena fastfood negli Stati Uniti, agli impianti di Sparboe, ad esempio http://www.mcdonaldscruelty.com/

Le galline sono animali intelligenti, sensibili e inquisitivi. Eppure a milioni vengono obbligati alla detenzione e a continui abusi per tutta la durata delle loro esistenze. Nelle condizioni di prigionia descritte i muscoli e le ossa di questi animali si deteriorano per la cronica mancanza di esercizio e di occasioni di socialità, per loro soltanto miseria e deprivazioni.

Gli allevamenti intensivi sono strutture così crudeli che sono già state riconosciute tali e conseguentemente bandite in numerosi paesi nel mondo, nell’a Comunità Europea, in Svizzera, in Nuova Zelanda e negli stati americani del Michigan e della California.
Nonostante ciò McDonalds condona e promuove questa politica di oppressione, tortura e morte continuando ad acquistare uova da questo tipo di allevamenti industriali.

prisoners

Benché in Europa McDonalds si sia “piegata” alla rinuncia a questo particolarmente efferato sistema di sfruttamento delle galline a causa di una più stringente normativa vigente in questi paesi, il fatto che continui ad adottarla in altre parti del mondo la connota come una azienda senza scrupoli, senza una morale, orientata esclusivamente alla massimizzazione del profitto, votata alla distruzione della vita senziente per soddisfare i propri disegni di dominio globale sui mercati.

Gli Animali non sono prodotti, la vita non ha prezzo, diventare VEGAN e boicottare gli sporchi interessi di TUTTE le multinazionali e delle industrie alimentari un imperativo etico.

Le galline che possiamo comunemente osservare originano da una specie che risiedeva in piccoli gruppi di dieci/dodici individui nella giungla. Persino dopo migliaia di anni di domesticazione forzata questi animali conservano il naturale istinto che distinguevano i loro antenati selvatici, gli stessi desideri, i medesimi comportamenti. Amano costruire nidi, lisciarsi le piume col becco e andare alla continua ricerca di cibo. Trascorrono la notte accovacciate in compagnia e in posizioni di rilievo rispetto al suolo per sentirsi sicure dai predatori.

Le galline che possiamo comunemente osservare originano da una specie che risiedeva in piccoli gruppi di dieci/dodici individui nella giungla. Persino dopo migliaia di anni di domesticazione forzata questi animali conservano il naturale istinto che distingueva i loro antenati selvatici, gli stessi desideri, i medesimi comportamenti. Amano costruire nidi, lisciarsi le piume col becco e andare alla continua ricerca di cibo. Trascorrono la notte accovacciate in compagnia e in posizioni di rilievo rispetto al suolo per sentirsi sicure dai predatori.

veggie pizza @ axel_tel gpiero

::GIOVEDI’ 14 NOVEMBRE 2013, dalle 19,30 ::
Un menu’ composto da 10 pizze vegan a scelta, un evento organizzato e realizzato dai nostri volontari in collaborazione con lo staff del Bar Pizzeria Axel di Grosseto, parte del ricavato, verrà devoluto all’Oasi Rifugio Vegan per Animali salvati da situazioni di abuso e di abbandono BE HAPPY http://www.promiseland.it/2012/12/14/oasi-rifugio-be-happy/ – si partecipa soltanto su prenotazione al 3290556562 in considerazione dei posti a sedere disponibili ( una cinquantina ). Alternativamente sarà in funzione illimitatamente il servizio take away ( asporto ).

Axel si trova a Grosseto nella centrale Via Oberdan, al numero 16.

Vegan: il gusto di NON uccidere.

Pizza Vegan a Grosseto, dal 14 Novembre 2013, sempre disponibile al Axel, Via Oberdan 17

Pizza Vegan a Grosseto, dal 14 Novembre 2013, sempre disponibile al Axel, Via Oberdan 17

Programma

Voltaire scrisse, “ Se crediamo assurdità commetteremo atrocità,” in nessun altro versante pertinente l’impresa umana il senso di questa frase è più evidente che nella bizzarra crudeltà che regola i processi di sfruttamento delle mucche così come sono messi in atto dall’industria casearia.

Ci aspetteremmo che degli intelligenti adulti non credessero alle favole raccontate dalle industrie del cibo e dello sfruttamento animale secondo le quali, non soltanto bere latte secreto dalle mammelle di un membro di un’altra specie rappresenti un atto naturale da compiere, ma addirittura necessario.

Nel processo di messa a nudo dell’assurdità di questa intera questione ci imbattiamo in patetiche quanto inconsistenti spiegazioni dell’industria casearia e dei comparti ad essa collegati le quali dovrebbero in qualche misura rendere più accettabili tali abominevoli pratiche calando su di esse un velo di “normalità” così da mantenere florido il mercato per questo tipo di prodotti.

Il video che presentiamo è un esempio perfetto di quanto elaborate siano le capriole mentali e le contorsioni utilitaristiche di coloro i quali, in prima persona, si rendono responsabili di attività mostruose di annichilimento e dominio ai danni degli animali detenuti nelle fattorie del latte. Gli allevatori infatti pretendono di connotare i loro agiti come in aderenza ad un benevolo, comune sentire nei confronti delle mucche e dei vitelli in loro “custodia”. La loro una immutabile, onorevole tradizione che vede l’uomo predone imporre il proprio controllo per fini economici su tutte le fasi fisiologiche che caratterizzano la vita degli individui rinchiusi nei suoi impianti.

Nel video possiamo verificare l’efficacia del dispositivo, composto da un anello e da un supporto plastico munito di diverse borchie appuntite, applicato sul muso del vitello maschio allo scopo di impedirgli di bere il latte della propria madre. Questo tipo di dispositivo è soltanto una delle varianti a disposizione degli allevatori, ma tutti i modelli sono destinati allo stesso uso come possiamo vedere qui : http://easywean.com.au/gallery/videos/

dairycalf by robert grillo

Nella maggior parte delle fattorie incluse quelle a conduzione familiare, dove, meccanicamente, si estrae latte dalle mucche, ai vitellini maschi non è concesso rimanere con le madri per un periodo di tempo che consenta loro di potersi nutrire naturalmente. Il 97% di questi cuccioli vengono sottratti alle madri entro le prime 24 ore dalla nascita. Questa separazione forzata – e ripetuta negli anni – è motivo di devastante stress per entrambi, il piccolo e la madre http://freefromharm.org/animal-cruelty-investigation/breaking-the-mother-calf-bond-the-untold-story-of-milk/
Dal momento che i piccoli maschi non possono produrre latte mantenerli in vita per troppo a lungo o in situazioni qualitativamente accettabili sarebbe un inutile spreco per l’industria casearia, ecco che allora questi giovani individui vengono immessi sul mercato della “carne bianca” in brevissimo tempo e destinati al macello.
I vitellini maschi trascorrono la loro brevissima esistenza in piccoli alvei di legno entro i quali non possono neanche girarsi http://freefromharm.org/videos/farm-animal-investigations/mfas-ohio-veal-farm-investigation/ queste condizioni di vita garantiscono all’allevatore che l’animale non sviluppi alcun tessuto muscolare e quindi mantenersi “tenero” e “anemico”.

I vitellini femmina vengono anch’esse isolate in piccole stalle per 2 o 3 mesi, durante la loro intera esistenza dietro le sbarre mai un contatto con gli adulti, mai un occasione di incontro, seppure sia noto l’alto grado di affezione che questi giovani animali sono in grado di nutrire nei confronti delle rispettive madri.
Una volta cresciute, le giovani mucche verranno raggruppate in recinti un po’ più larghi e avviate, come le madri, al ciclo di sfruttamento che prevede le periodiche inseminazioni artificiali, le gravidanze, il distacco dai piccoli e le mungiture meccaniche.
Questo fino al loro esaurimento, circa sei, sette anni, poi il macello.

EasyWean Nose Ring 2

Tornando al video, non siamo certi della ragione per cui quel particolare allevatore avesse deciso di tenere quel particolare vitello maschio, forse gli serviva per dimostrare l’efficacia del congegno impiantato sul povero animale o forse, per rafforzare la nozione oggi di moda, che tutto sommato la loro è una professione “umana” e che esistono ancora luoghi di sfruttamento in cui agli animali è permesso camminare sul suolo erboso e persino brucarne il manto.
Il concetto/mito della “carne felice” , ovvero di uno sfruttamento “buono” spacciato dalle televisioni, dai giornali e dall’industria alimentare necessita dei suoi “attori” per compiere la sperata opera di persuasione di un pubblico sempre più attento  a certi aspetti legati a visioni bucoliche del vivere civile.

Infatti questo particolare allevatore è così ingaggiato nel tentativo di far passare come una cosa ragionevole l’atto di predare il latte dell’animale e di presentare tale azione come un “servizio alla comunità” che arriva persino ad accarezzare il vitellino in una particolare seguenza del video, quella in cui darà una dimostrazione su come si applica il congegno sul muso dell’animale in maniera efficace per impedire lui di avvicinarsi con successo alla madre.
L’allevatore a un certo punto dirà con convinzione che  “ questo vitello non ha più bisogno di prendere latte dalla madre” …..

Easy Wean nose ring 3

Ma veniamo a noi, noi esseri umani, noi esseri umani adulti che non riusciamo a comprendere che, come ogni altra specie vivente, necessitiamo soltanto del latte di nostra madre in quanto nutrimento essenziale al normale sviluppo.
Perché non riusciamo a prendere atto che solo una madre umana è in grado di darci, nel giusto equilibrio, un latte che contenga gli acidi grassi, il lattosio, le proteine e gli aminoacidi di cui abbiamo bisogno per crescere sani?
Nel latte di mucca vi è una concentrazione e una qualità di ormoni e di proteine intese per un piccolo di QUELLA specie, affinchè dai 30/40 chilogrammi alla nascita egli progredisca in un giovane adulto di 800 e più chilogrammi in soli dodici mesi!
Cosa ci fa credere che un simile apporto di proteine e di ormoni possano essere salutari o addirittura necessari per lo sviluppo di un essere umano?

La disinformazione.

In molti tra coloro che continuano a sostenere l’industria casearia coi loro acquisti quotidiani obbietteranno che ci sono tantissimi esempi di fattorie e di impianti dove simili “aggeggi” non vengono applicati agli animali o che queste pratiche sono in uso soltanto negli USA , oppure che in Italia le cose non stanno proprio così….
La verità è che fintanto le persone crederanno “normale” l’atto assurdo di predare il latte da un’altra specie, che sia moralmente accettabile inseminare questi animali forzosamente , che sia lecito imprigionarli e segregarli dall’inizio alla fine delle loro vite, allora, purtroppo il tipo di crudeltà testimoniato nel video continuerà a perpetuarsi, senza fine.

Aggiungiamo quindi questa del video all’atroce catalogo di violenze brutali esercitate su miliardi di animali indifesi ogni anno nel mondo da parte dell’uomo per produrre cibo: il cosiddetto “dehorning” – recisione delle corna http://youtu.be/mN9eT5AS4us , il cosidetto “tail docking” o “teeth clipping” – recisione della coda e dei denti sui maiali http://youtu.be/JoZ1_ZcpeLI , il cosidetto “udder singeing” – il letterario utilizzo di fiamme libere per prevenire la mastite alle mammelle http://freefromharm.org/animal-cruelty-investigation/industry-claims-torching-udders-of-dairy-cows-painless-prevents-mastitis/ , la violazione sessuale, la separazione familiare, lo sterminio nei mattatoi dei giovani maschi http://youtu.be/Qj324R9R_NQ e delle madri non più in grado di produrre latte http://youtu.be/ZRS-kzgoRq0

Per cambiare questa situazione possiamo fare moltissimo, possiamo infatti considerare un cambio radicale delle nostre abitudini: il progressivo distacco dal consumo di latte e da tutti i suoi derivati.

Facciamolo per gli animali e per noi stessi.

Facciamolo per dare impulso ad un sostanziale cambiamento.

Video e altri contenuti liberamente estratti e tradotti da un post sul Blog statunitense http://freefromharm.org

PER MAGGIORI INFORMAZIONI sugli orrori negli impianti dell’industria alimentare in Italia e sulla scelta di vita VEGAN http://www.nemesianimale.net/sfruttamento-animale/diventa-vegan/orrore-dei-macelli/

Latte: Un bicchiere di Violenza

Latte: Un bicchiere di Violenza

Immagine

Nella mattinata del 25 Ottobre 2013, presso il tribunale di Grosseto è iniziato il processo contro un attivista di Associazione D’Idee Onlus “messo alla sbarra” per avere girato, commentato e caricato su di un noto Social Network il seguente video http://youtu.be/yLZ3_ctRsgo .

Questa prima udienza ha consistito con la formulazione delle richieste istruttorie e non è stata quindi richiesta la presenza fisica dell’imputato.

I Fatti

Nella giornata del   11 Settembre 2011, durante un presidio di protesta contro il circo Orfei regolarmente autorizzato dalla questura, il nostro gruppo fu prima soggetto a tutta una serie di misure ostili da parte della polizia presente in piazza, poi selvaggiamente aggredito a sassate e pugni dagli stessi circensi i quali non subirono alcuna conseguenza delle loro azioni http://youtu.be/vJUV8xM4-6M nonostante i referti medici, le denunce e il video che documentano l’accaduto.

L’intera vicenda è stata archiviata per quanto riguarda i delinquenti circensi e gli incompetenti poliziotti.

Così non è stato per uno di noi. Immagine

Uno degli stessi poliziotti che avrebbero dovuto vigilare sul quieto svolgersi della manifestazione quel giorno in piazza Barsanti, dopo avere appreso del video commento menzionato più sopra, pensò bene di querelare l’attivista per “diffamazione aggravata per mezzo stampa” – una accusa molto pesante  che potrebbe costringere al carcere l’attivista se condannato.

Da questo processo, il quale, in caso di richieste formali per un patteggiamento  procederebbe comunque di ufficio,  intendiamo uscirne senza danni o condanne, tale auspicato esito rappresenterebbe una vittoria non soltanto per chi, come noi, intendono continuare a dare seguito alle proprie libertà civili in un paese che strombazza pluralità e democrazia ad ogni vento, ma sarebbe anche un segnale chiaro a tutti coloro i quali, forti delle illusioni date loro dalle divise che indossano o dai convincimenti che professano, ci penserebbero due volte prima di approfittare dei loro privilegi e delle loro posizioni per presentarsi al giudizio della società civile nelle vesti di “vittime”.

Certo, sentirsi sempre dalla parte dei forti e dei vincitori deve esercitare nei brandelli di coscienza di tali persone una inesauribile spinta ad imporre la propria visione  del mondo a chi, come gli attivisti di questa associazione invece, non hanno alcuna sponda istituzionale su cui appoggiarsi per difendersi se non le loro risorse individuali, le idee e le passioni che li animano.

Noi crediamo nel cambiamento, crediamo che sia possibile dare il necessario impulso affinché, anche nella più sonnacchiosa delle provincie toscane, qua da noi, si possano far valere le ragioni dei deboli in una aula di giustizia, quelle dei meno tutelati di fronte a un giudice, le motivazioni di chi non indossa uniformi di alcun genere, dei non affiliati, di chi si affida esclusivamente al proprio senso di equità e di rigore morale, quel senso condiviso che stà alla base e che lega a doppio filo gli oppressi di questo mondo, che rappresenta lume e  speranza per la loro liberazione.

Il 25 di Ottobre 2013 a Grosseto si processa chi osa scendere in strada, chi porta avanti delle lotte senza lo sponsor di nessuna organizzazione, si processa chi si mette in discussione, in prima persona, chi si batte per dare voce a chi non ne ha.

Noi desideriamo che dal 25 Ottobre si processino anche l’incompetenza, la cattiva fede e l’oltraggiosa volontà manipolatoria di chi si sente intoccabile e nel giusto comunque vadano gli eventi, qualunque siano i riscontri oggettivi e documentali https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/02/15/gli-orfei-ci-mettono-la-faccia/

Chi volesse offrire la propria partecipazione al processo o esprimere  solidarietà, in aula o fuori, può mettersi in contatto con noi.

Da parte nostra ci impegniamo ad utilizzare questo episodio di repressione come una opportunità di lotta e di denuncia.

Nei prossimi mesi faremo, su questo blog, un lavoro di costante aggiornamento sulle fasi processuali man di mano che queste si svolgono .

Alcuni scatti del presidio dell’11 Settembre 2011

Immagine

L’elefantino tenuto prigioniero in un trailer sul retro del tendono dagli Orfei

Immagine

Un particolare del presidio organizzato davanti all’attendamento Orfei l’11 Settembre 2011 a Grosseto

Immagine

Chiudiamo i Lager!

Immagine

Due giovani attivisti davanti all’attendamento Orfei a Grosseto, 11 Settembre 2011

AGGIORNAMENTO: la prossima udienza si terrà il 7 Novembre 2014. In quell’occasione verranno deposte alcune testimonianze contro l’attivista, sembra che poi, ma soltanto dopo altri sei mesi, verranno ascoltati i testimoni della difesa (…)