Archivio per luglio, 2013

Questa clip racconta la storia più recente di due dei maiali salvati da un lager in provincia di Varese https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/06/26/da-incubo-a-liberta-per-i-maiali-di-morazzone-va-rifugio-be-happy/ Peppo e Ercolino, due maschi di circa due anni hanno trovato nell’accogliente oasi/rifugio vegan Be Happy http://www.oasibehappy.org/ la loro nuova casa grazie all’instancabile lavoro dei volontari e delle associazioni che si battono per il riconoscimento di uno status morale per tutti gli animali, inclusi quelli che per abitudine e per ignoranza consideriamo soltanto fonte di cibo.
Nella stragrande maggioranza dei casi i maiali, ma come loro tutte le altre specie considerate “da reddito” subiscono i più efferati maltrattamenti per mano di allevatori e imprenditori dell’industria agro alimentare che li trattano alla stregua di oggetti inanimati.
Questa clip, insieme a migliaia di altre disponibili in rete, racconta una storia con degli esiti diversi da quelli tipici in cui dopo una vita si sofferenza e schiavitù, miliardi di animali nel mondo incontrano una morte cruenta per mano dell’uomo, attraverso la diffusione di questo tipo di vicende la nostra associazione intende rilanciare con forza la necessità di ripensare i nostri agiti nei confronti delle specie animali non umane le quali consideriamo inferiori, le squalifichiamo a merce, soltanto per poterne disporre in maniera terrificante e meccanica , senza scrupoli di sorta, per realizzare un profitto economico e per pigrizia mentale.
La scelta di una filosofia di vita, quella vegan e antispecista, che mette l’esercizio dell’empatia e della compassione verso i più deboli di fronte a qualsiasi altra considerazione utilitaristica del mondo senziente è potentemente rivoluzionaria e capace di modificare in termini evolutivi la qualità della vita di tutti umani e non umani.
Realtà operative come il Rifugio Be Happy ci consentono di mettere in pratica le nostre idee e di avere un riscontro diretto che vivere senza usare violenza verso gli animali e senza deturpare l’ambiente che ci accoglie non è soltanto possibile, ma è anche l’unico sistema che promuova un arricchimento culturale e antropologico.
Sosteniamo l’osai di pace Be Happy e favoriamo lo sviluppo di esperienze simili su tutto il territorio così da trarne ispirazione e nutrimento emotivo.

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Mentre i riflettori di tutti i media sono puntati sul piccolo erede della famiglia dei Windsor, il figlio della principessa Kate e del principe William (quanto pesa, come si chiamerà, quali saranno le sue prime scarpine ed altre amenità del genere), nessuno parla e punta i riflettori su alcune decine di migliaia di bambini in varie regioni del mondo che ogni giorno soccombono alla fame ed agli stenti per effetto della speculazione sui generi alimentari. Questi bambini non cresceranno, non raggiungeranno neanche un peso minimo, non avranno mai scarpine ma cammineranno su terra e sassi, il loro nome non sarà conosciuto se non alle loro povere madri che si dispereranno per non aver potuto nutrire i loro figli.

Si tratta di un profondo dramma occultato dai media ma che è principalmente l’effetto del forte aumento dei prezzi dovuto ad una  selvaggia speculazione fatta dalle grandi società finanziarie che hanno inserito gli alimenti di base in una borsa delle materie prime, determinando la risalita dei prezzi di vendita di alimenti come il mais, il grano, il riso e i cereali.
http://www.stampalibera.com/?p=65349

Esiste oggi nel mondo  piu’ cibo di quanto ne basterebbe per sfamare l’intera popolazione umana.
Allora per quale ragione più di 840 milioni di persone soffrono per denutrizione?

La verità :

Più carne mangiamo, meno persone riescono a nutrirsi sufficentemente. Se ognuno sulla Terra ottenesse  il 25 per cento delle calorie necessarie per vivere da una alimentazione carnea , soltanto poco più di 3 miliardi di noi disporrebbero di cibo per nutrirsi.

Se abbassiamo quella quota al 15 per cento le persone capaci di nutrirsi sufficentemente salirebbe a oltre 4 miliardi.

Se l’intero mondo di colpo adottasse una alimentazione VEGAN, tutti gli esseri umani avrebbero accesso ad una dieta adeguata, tutti gli oltre 6 miliardi di persone.

L’Istituto World Watch riassume questo calcolo in maniera puntuale: ” Il consumo di carne costituisce un modello erratico di sfruttamento ottimale dei prodotti della terra, in particolare delle graniglie. Questi prodotti sarebbero consumati in maniera più adeguata se ciò avvenisse ad opera dagli esseri umani. La continua crescita nella produzione di carne dipende direttamente dall’utilizzo di graniglie negli allevamenti per animali destinati ai mercati più affluenti del mondo, sottraendo così preziose risorse alimentari alle popolazioni delle aree con minore potere economico”.

Ci vogliono 8 chili di cereali per produrre mezzo chilo di carne adatta al consumo umano.

Secondo stime delle Nazioni Unite, l’utilizzo di mezzo ettaro di terreno destinato all’allevamento di animali produce 10 chili di proteina adatta al consumo umano. Se quella stessa superficie di terreno venisse utilizzata per la produzione di soia si potrebbe ottenere un prodotto pari a 17 volte quel valore nutritivo in proteine.

La produzione di graniglie da destinarsi agli allevamenti di animali richiede una quantità di acqua vastissima.

Ci vogliono soltanto 1200 litri di acqua al giorno per ottenere cibo a sufficienza per una persona che segua una alimentazione di tipo VEGAN contro i 16.000 necessari per laproduzione di cibo dello stesso valore proteico da destinarsi a chi persegue una dieta alimentare carnea.

Risparmieremmo più acqua rinunciando a mezzo chilo di carne di quanto non riusciremmo a fare rinunciando a farsi la doccia per un anno intero!

Una quantità di cibo sufficiente ad una dieta individuale VEGAN può essere ottenuto da una superficie di terreno pari a 1/6 di quella necessaria per una dieta individuale basata su prodotti di origine animale.

Se mettessimo insieme l’intera superficie arabile di terreno disponibile sullaTerra, ogni essere umano avrebbe a propria disposizione quasi un ettaro di spazio da destinare alla produzione di cibo a base vegetale, una superfice più che adeguata per il sostentamento di un individuo, ma assolutamente scarsa per la produzione di cibo a base animale che restituisca lo stesso valore nutritivo.

http://www.earthoria.com

Per completare queste cifre consideriamo che i paesi più sviluppati dal punto di vista industriale e militare si arrogano il “diritto” di esportare verso quelli più poveri le graniglie di loro produzione e di importare  le carni prodotte in quei paesi spesso a scapito delle popolazioni contadine locali che si vedono sottratte le terre, le foreste e le risorse idriche dalle multinazionali.

Modelli di sfruttamento della terra ad impatto zero sull’ambiente, come quelli adottati dalle popolazioni che si dedicano all’agricultura non intensiva col solo scopo di procurarsi il cibo per sopravvivere, vengono sostituiti, spesso con la forza, da impianti di sfruttamento intensivo di animali, attività questa ad altissimo impatto sul territorio e che determina l’inquinamento delle falde acquifere e dell’aria attraverso eiezioni solide e gassose rendendo, nel processo produttivo richiesto,  inutilizzabili in futuro quelle stesse terre per un eventuale ripristino di modelli di produzione mirati al soddisfacimento diretto dei bisogni alimentari delle popolazioni locali.

Se questa tendenza continua, le economie dei paesi maggiormente colpiti dalle carestie e dalla fame non riusciranno mai a divenire autosufficienti e la tragedia della morte per stenti di milioni di persone continuerà così come la conosciamo oggi, così come è stato nei decenni scorsi.

L’unica soluzione veramente fondata su considerazioni etiche quali la libertà e la dignità di ogni essere umano di determinare la qualità della propria esistenza passa attraverso la promozione generalizzata di una dieta alimentare per tutti basata sui prodotti della terra.

La scelta VEGAN è la risposta più congrua alla domanda di giustizia sociale, di pace e di sviluppo sostenibile che la società umana rivendica per la sopravvivenza della propria specie e per il ( NON secondario )  rispetto dei diritti di tutti gli altri esseri senzienti che solcano il pianeta.

http://it.wikipedia.org/wiki/Veganismo

http://it.wikipedia.org/wiki/Liberazione_animale

http://www.manifestoantispecista.org/web/

no cage art fest image

No Cage Art Fest United Talents For Animal Liberation
Toulouse 22 23 Novembre 2013

Questa la MISSIONE del Festival

Il NOcageArtFest è un progetto ambizioso e un dovere civile: durante due giorni vogliamo dare luogo ad un momento storico e memorabile radunando artisti, autori e talenti la cui opera, attività, è dedicata al pensiero evoluzionario della Liberazione Animale, in qualsiasi forma creativa: musica, teatro, arti visive, performances, cinema, video, mixed-media, letteratura ed ogni altra espressione. Concerti, mostre, spettacoli, proiezioni e dibattiti esporranno ed esploreranno la già cospicua produzione artistica sul tema.
Che sia etica, filosofica, politica, ecologica, economica, dietetica, od in breve, antropologica, l’evoluzione è in marcia.

Noi vogliamo dare la scena a chi promuove creativamente questa coscienza.

Vogliamo scuotere ed accelerare questo processo esponendo il meglio di questo movimento mondiale, le sue ragioni, la sua ricchezza. Il suo talento.

La nostra visione è un momento di arte, un momento di società, un momento di lotta, un momento di riflessione, un momento di piacere e naturalmente un momento di svago, nello stesso tempo od in cadenze diverse, ma sempre nel nome e per la libertà di chiunque.

Oltre lo specismo.

Ecco la scaletta completa della due giorni di eventi

Ecco la scaletta completa della due giorni di eventi

per maggiori info visitare http://nocageartfest.wordpress.com/italiano/

Il fallimento di McDonalds

L’immagine falsamente felice degli archi dorati di McDonalds che conducono all’oblio alimentare in Bolivia non hanno convinto la gente del paese sudamericano nonostante gli enormi sforzi promozionali messi in opera dalla multinazionale. Infatti il metodo di preparazione del cibo tipico di questo fast food non è stato avvallato dal successo, anzi ha condotto al fallimento.
I boliviani semplicemente non credono nelle scorciatoie per quanto riguardo ciò che mangiano, le semplici modalità di rapida produzione di un pasto praticate da McDonalds decisamente non sono apprezzate in quel paese.
Il 60% della popolazione boliviana è di origine indigena e considera i vari BigMacs, McNuggets o McRibs un pericolo per la salute nonostante i prezzi bassissimi.
A fronte di una situazione di perdita economica ragguardevole McDonalds ha “resistito” in Bolivia per gli ultimi dieci anni soltanto nelle città più popolose quali La Paz, Cochabamba e Santa Cruz de la Sierra dove per quel periodo hanno operato almeno 8 dei loro ultimi presidi commerciali.

Qualsiasi altro tipo di impresa avrebbe rinunciato a conquistarsi una fetta di mercato in molto meno tempo!

In Bolivia da almeno 14 anni, nel corso dei quali sono state tentate tutte le strategie di penetrazione pensabili, i conti di McDonalds, costantemente in rosso, hanno alla fine indotto il gigante dello sfruttamento animale, della distruzione del territorio e delle economie autoctone a ripiegare verso mercati più floridi e meno informati.
In Rete esiste persino un film che documenta in maniera puntuale le motivazioni per cui McDonalds ha subito una tale sconfitta in termini di accettazione della sua “agenda” da parte della popolazione boliviana, ancora particolarmente legata alle proprie tradizioni e alle proprie radici http://youtu.be/ffmUnP2yTsg – alla realizzazione di questo film documentario hanno partecipato cuochi, nutrizionisti, storici ed educatori. Il risultato impietoso ottenuto attraverso l’esaminazione incrociata delle modalità di preparazione del cibo in offerto presso McDonalds e le ragioni socio culturali per cui la cultura del fast food non attecchisce da queste parti del mondo hanno avuto un effetto dirompente e decisivo nella disfatta della multinazionale.
Il rifiuto di tale cultura non basa le sue fondamenta soltanto sul tipo di cibo in offerta a McDonalds, ma origina da una visione totalmente in contrasto con la filosofia consumista secondo la quale non esistono relazioni tra il nostro corpo e il cibo con cui lo alimentiamo, in altre parole, i boliviani rispettano i loro corpi e danno priorità alla qualità della loro salute psico fisica.

L’intero paradigma contestato è quello che sostiene e legittima la produzione industriale degli alimenti secondo il quale si assegna un valore ai prodotti sulla base della maggiore quantità che se ne riesce a produrre nel minore tempo possibile.
Mentre in Bolivia la maggioranza della popolazione si dedica personalmente alla preparazione del proprio cibo, possibilmente proveniente da colture e produttori locali, in altre culture, qua da noi ad esempio, si ritiene addirittura normale mangiarsi il cibo spazzatura in offerta a McDonlds anche ogni settimana.
Questa postura, orientata al rispetto di se, messa in atto dal popolo boliviano, di fatto rappresenta un boicottaggio al modello di produzione capitalistico del cibo e in particolare di quelle multinazionali come McDonalds le quali stanno affinando le proprie capacità progettuali in termini di massimizzazione dello sfruttamento di ogni parte dei corpi degli animali allevati e uccisi nei loro impianti ( la cosidetta “meat technology” ).
Per intendersi, la McRib viene processata con oltre 70 ingredienti differenti, tra i quali la azodicarbonamide un agente chimico comunemente utilizzato per rendere di colore bianca la farina, ma anche per produrre contenitori di polistirolo nei quali si consumeranno quel tipo di pasti.
La mistura che compone una porzione tipica di McRib comprende parti di trippa, cuore, e stomaco lessato di maiale. Dai muscoli smembrati dello stesso animale si estraggono le proteine che fungeranno da collante per tenere insieme l’amalgama rendendolo facilmente plasmabile dai cicli industriali di produzione,.

Così come si tentano di celare le condizioni miserabili di vita degli animali nei loro allevamenti, ottenuti spesso in aree disboscate ad hoc e producendo danni incalcolabili in termini di impatto ambientale sul suolo, anche i dati in riguardo alla presunta “salubrità” dei prodotti in vendita nei McDonalds vengono regolarmente soppressi attraverso la capillare azione pubblicitaria e la connivenza delle autorità nei vari paesi nei quali la multinazionale opera con successo.

Tutto questo è ciò che i boliviani, attraverso l’esercizio di scelte consapevoli, sono riusciti a rifiutare nel loro paese ponendosi a modello per gli altri, meno virtuosi, “consumatori” nel mondo i quali continuano a sostenere le multinazionali alimentari coi loro acquisti.

Liberamente tradotto e riarrangiato da un articolo apparso su http://www.undergroundhealth.com

Free 269  Grosseto ( Italy )

PERFORMANCE TO TAKE PLACE FROM 4,00 PM ONWARDS

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DALLE ORE 16 IN POI BREVE PERFORMANCE IN SUPPORTO ALLA CAMPAGNA INTERNAZIONALE IN ATTO NELLA GIORNATA DESIGNATA DEL 26.9 -2013

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Following our contribution with a local event to the last 269 global Campaign in March , activists will return to the streets in Grosseto for a second hot iron branding action this year in solidarity with Animals being mercilessly exploited and killed by the Food Industry, in their trillions, every year in the world.

We are all 269.

For further information on the Campaign visit http://269life.com if you wish to know what the street performance consists of please do visit here and watch our video http://youtu.be/JZUb3tg-M_I

Siamo tutti 269.

Dopo il primo evento svoltosi lo scorso Marzo su Corso Carducci , l’attivismo 269 torna in città con un altra iniziativa, parte della Campagna globale in atto e volta alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica alla strenua condizione di sofferenza degli Animali destinati ai macelli dall’Industria Alimentare.
Anche a Grosseto, in solidarietà con gli oltre 60 miliardi di loro, fatti nascere in cattività, strappati alle madri, uccisi, smembrati e trasformati in cibo ogni anno nel mondo per soddisfare gli appetiti umani.

Per informazioni sul Movimento 269 visita qui http://www.promiseland.it/2013/03/21/movimento-269life/ qui

Per vedere il video realizzato a Grosseto nel marzo scorso http://youtu.be/JZUb3tg-M_I

Per altri video clips relativi alla campagna internazionale https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/03/12/269-in-memoria-di-un-vitello/

SIAMO TUTTI TERRESTRI ... E I NOSTRI OCCHI SONO APERTI ALLA LORO SOFFERENZA

SIAMO TUTTI TERRESTRI … E I NOSTRI OCCHI SONO APERTI ALLA LORO SOFFERENZA

 

FOTO da questo evento : http://www.flickr.com/photos/associazione_didee/sets/72157635985742826/

Soltanto Cosmetici Cruelty Free

L’uso di Animali per testare prodotti cosmetici e i loro ingredienti è stato bandito nei paesi dell’Unione Europea dal Mazo 2013 dopo un ventennio di battaglie.
Ma fino a molto recentemente è stato possibile che i consumatori in Europa potessero ancora acquistare prodotti contenenti tali ingredienti testati ALTROVE nel mondo, in paesi quali la Cina o gli Stati Uniti ad esempio dove abusare Animali per la produzione di mascara, rossetti e ombretti è ancora consentito dalla legge.
Con tutta probabilità tali prodotti sono ancora in offerta in certi negozi nel nostro paese.
Per evitare di contribuire al mercato rappresentato dalla sperimentazione sugli Animali e dalla conseguente immissione di nuovi, inutili prodotti che vanno ad aggiungersi alle migliaia di altri già presenti nelle profumerie e nei supermercati evitiamone l’acquisto da quelle catene commerciali che non si dichiarano apertamente in rispetto a questa importante questione etica.
Sosteniamo con i nostri acquisti quei negozi on-line che chiaramente scelgono lo “standard cruelty-free”.

Per maggiori informazioni l’invito è a visitare
http://www.consumoconsapevole.org/cosmetici_cruelty_free/lista_cruelty-free.html