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Respect Life – Abolish bullfighting forever // Rispettiamo la vita – Aboliamo la Corrida, per sempre.


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Share if you agree animals deserve to be free from exploitation! // Condividi se credi che gli altri animali dovrebbero poter vivere immuni dallo sfruttamento umano! Respect Life is a campaign that will take place over the next months, culminating in an event on the 26 September 2015. // Respect Life è una Campagna che si svolgerà nei prossimi mesi con, al suo culmine, l’evento del 26 Settembre 2015 in Spagna. The purpose of this event/campaign is to promote the ethos of the 269 movement – which is to bring animal liberation to the forefront of human consciousness and commit to do our part in bringing an end to the animal holocaust. We also wish to raise awareness about veganism, and all its benefits // L’obiettivo di questo evento è la promozione del pensiero che origina il movimento 269, quello di creare una nuova coscienza fondata sul rispetto incondizionato della alterità animale. Desideriamo inoltre promuovere una consapevolezza critica al sistema del Carnismo attraverso lo strumento  del veganismo etico e dell’apertura mentale ai benefici globali che l’adozione di questa pratica quotidiana deriva a tutti i terrestri.
L’evento puo’ costituirsi nelle forma e con le modalità che si desiderano.
Rappresentiamo tutti gli animali non umani resi schiavi, ci opponiamo alle industrie che fondano  la loro prassi e missione operativa su tale attività. For inspiration and ideas, please feel free to watch our past events // per ispirazione e idee su come realizzare un evento, ecco alcune scene estratte da eventi  trascorsi: http://www.youtube.com/user/269lifecom https://youtu.be/xaA7L4kAJDA
https://youtu.be/JZUb3tg-M_I Participating countries: http://goo.gl/arW4SR  // dettagli sui Paesi partecipanti

Annually, more than 150 billion animals are murdered worldwide due to people’s selfishness, ignorance and greed // Ogni anno più di 150 miliardi di animali vengono uccisi a causa dell’egoismo umano, dell’ignoranza e del motivo economico.

This madness must stop and will stop the day humankind finally wakes up and understands that even the nameless feel pain and desire freedom no less than us humans // Questa follia deve terminare e ciò accadrà solo quando la comunità umana comprenderà che anche COLORO che non hanno un nome posseggono la capacità di soffrire, di desiderare la libertà in nessuna misura differente da noi.

269life

Who is “269?” // Chi è 269

https://associazionedideeonlus.wordpress.com/?s=269

“If there is no struggle, there is no progress. Those who profess to favor freedom, and yet deprecate agitation, are people who want rain without thunder and lightning. Power concedes nothing without a demand. It never did and it never will.” -Frederick Douglass, slavery abolitionist, 1818-1895

 “Senza lotta non si verificherà progresso. Coloro i quali si professano fautori della libertà deprecando gli atti di agitazione sono come quelli che desiderano il lampo senza il tuono….” “…Il potere così come lo conosciamo non concede niente senza che gli venga chiesto e mai lo farà…”
Frederick Douglass, abolizionista della schiavitù, 1818-1895
 

Come possiamo dirci “ambientalisti” o “ecologisti” senza avere maturata, o mantenere una mentalità sufficentemente aperta per cominciare a farlo, una consapevolezza in relazione al tipo di impatto che le nostre scelte alimentari quotidiane esercitano sugli altri e sull’ambiente?

Interi settori della popolazione mondiale  si dichiarano  a favore di politiche di tutela e di salvaguardia della Natura senza porsi criticamente la questione del proprio diretto contributo alla depredazione delle risorse del pianeta e alla distruzione degli ecosistemi.

Ogni giorno abbiamo la necessità di nutrirci. Per fare questo ci affidiamo con leggerezza al supermercato o ad altre grandi catene di distribuzione alimentare le quali a loro volta, motivate da imperativi economici, acquisiscono i loro prodotti da imprese, che sia locali che multinazionali, le quali ingaggiano in maniera diretta ad una vera e propria guerra al mondo vivente.

Ci permettiamo di banalizzare la questione dell’impatto che un certo “vivere moderno” opera sul mondo vivente presentando in sette punti come, rimuovendo la carne dai nostri piatti, sia possibile mettere in atto un comportamento non soltanto compassionevole e votato al rispetto degli altri animali, ma di cruciale entità anche nella lotta contro la graduale devastazione del territorio i quali effetti sono sotto gli occhi di tutti.

1_ Non contribuire all’inquinamento delle falde acquifere e dei corsi d’acqua.

corsi d'acquaA causa di fattori tutti riconducibili all’economicità delle loro attività gli allevatori costringono il maggior numero di animali nel minore spazio possibile, che si tratti di allevamenti intensivi o di piccole imprese locali questi ultimi produrranno un forte impatto sul territorio per via delle loro deiezioni.Soltanto una frazione delle deiezioni prodotte verranno assorbite dal terreno senza procurare gravi danni a fiumi, falde, torrenti e a tutti gli altri corsi e depositi di acqua pulita essenziali per la vita e per la salute di tutti.

2_ Fermare la distruzione degli habitat naturali

specie a rischioLa riduzione drastica nel consumo di alimenti carnei e derivati contribuisce al mantenimento della diversità biologica arrestando il trend in atto, registrato negli ultimi anni, di estinzione in massa di specie animali.
Secondo il Center for Biological Diversity  la produzione di animali da mandare al macello è la causa principale, in termini di impatto ambientale, del declino nella qualità dell’aria, dell’acqua e degli spazi naturali disponibili agli animali selvatici per vivere indisturbati dalla civiltà umana.

Dal 1980 al 2010 la produzione di carne è triplicata a fronte di una popolazione mondiale di oltre sette miliardi di individui, da ora al 2050 è previsto un ulteriore 50% in più nella domanda a meno che non si riesca ad arrestare e ad invertire l’attuale trend relativo ai “bisogni indotti” nella popolazione da parte dell’industria agro alimentare la quale realizza profitti enormi in questa equazione mortale.

La sovra popolazione del pianeta e la sete di dividendi delle industrie umane sono le cause primarie delle scelte non sostenibili operate dai governi mondiali, scelte erratiche che stanno conducendo alla catastrofe attraverso un processo di spoliazione delle risorse inesorabile nella sua drammaticità

3_ Ridurre il consumo di acqua
eccessivo consumo di acquaNei paesi a capitalismo avanzato oltre il 50% delle risorse idriche vengono impiegate nei processi di produzione di alimenti carnei.

In pratica occorrono fino a 20.000 litri di acqua ( l’equivalente di 2 mesi di consumo medio di acqua in docce ) per un chilo di carne.

Per la produzione di un chilo di frumento ci vogliono tra i 500 e i 4000 litri.  http://www.theguardian.com/news/datablog/2013/jan/10/how-much-water-food-production-waste

4_ Prevenire la deforestazione

foreste pluvialiSecondo dati contenuti nella working paper n.22 della World Bank il volume attuale di carne immessa sul mercato alimentare globale è il principale responsabile della distruzione delle foreste pluviali operata dalle multinazionali e dagli altri operatori del settore per fare spazio agli allevamenti intensivi ( aree di pascolo e da adibire agli impianti di lavorazione ).

5_ Salvare gli oceani

oceaniPer quanto ci riguarda qualsiasi tipo di pesca rappresenta un grave abuso nei confronti delle creature marine e dell’ambiente che le ospita.

Secondo uno studio compiuto nel 2010 il 90% delle specie più grandi di pesci presenti al mondo sarebbero scomparse dai mari .

Le tecniche industriali di pesca oggi sono comparabili a delle vere e proprie azioni militari costituite dall’inseguimento guidato da radar e satelliti dei grossi banchi di pesci e dal rastrellamento selvaggio dei fondali che intrappolano e soffocano, uccidendole indistintamente, tutte le specie che abitano gli oceani. In alte parole, come l’impronta umana avanza sui territori sommersi del pianeta tutto l’ecosistema che ne sostiene la vita  subisce il mortale impatto senza avere alcuna possibilità di ripresa.

6_ Proteggere la Natura e le bio diversità

i lupi e le altre specie a rischio di estinzioneDecine di migliaia di animali selvatici predatori come le volpi, gli orsi, i lupi e le linci
vengono uccisi o cacciati dai loro territori in quanto rappresenterebbero un fattore di rischio per l’industria alimentare carnea, stessa cosa accade a diverse specie di ungulati  i quali, a dire degli impresari che producono cibo per conto degli allevatori, interferirebbero, per via della loro presenza, con le politiche e con le prassi di assegnazione di intere aree a progetti imprenditoriali legati all’industria suddetta.

7_ Combattere i cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici derivati dall’attività economica umana sono oggi la minaccia più temibile alla nostra stessa esistenza.

Riducendo drasticamente il consumo di carne e derivati con la prospettiva di un cambiamento radicale delle nostre abitudini alimentari ogni uno di noi può contribuire in maniera significativa alla riduzione del quoziente di emissioni di metano e di ossido di azoto nell’atmosfera

cambiamenti climaticiPiù alto il consumo di prodotti carnei più drammatica la quantità degli agenti atmosferici che determinano il fenomeno noto come effetto serra .

Passare da una dieta carnea ad una basata sui prodotti della terra non solo equivale ad un atto di amore e di considerazione nei confronti degli altri animali che subiscono per mano dell’uomo le peggiori umiliazioni e violenze, ma ad una scelta concreta per contrastare la razzia delle risorse naturali e lo scempio operato dalla civiltà umana all’ambiente che ci accoglie.
Per fare una simile scelta non occorrono doti particolari, ma la semplice volontà di incidere positivamente nella vita degli altri e nella propria.

Adottare una filosofia di vita Vegan oggi significa divenire il cambiamento che ci auguriamo vedere realizzato e per farlo non è mai stato più semplice in considerazione delle decine di ottime risorse on line per un primo orientamento personale sia per quanto riguarda la nostra alimentazione che per tutti gli altri aspetti pertinenti tale filosofia ( cosa vestire, come intrattenersi, come vivere in maniera sostenibile e non violenta ).

vai VEGANPer  informazioni sulla scelta Vegan navigare qui e qui.

Grazie a Mercy For Animals per l’ispirazione e per alcuni dei contenuti esposti.

Ecco  il testo dell’articolo del Luglio scorso apparso sul Mariv, uno dei principali quotidiani israeliani, che tratta della liberazione, con una operazione clandestina, del vitello 269

articolo news israeliano 269 liberato

http://www.nrg.co.il/online/1/ART2/501/132.html?hp=1&cat=402

Quattro mesi dopo la liberazione di 105 galline da un allevamento, gli attivisti del movimento Free269 hanno colpito ancora, questa volta in una operazione che calza a pennello i loro riferimenti culturali. Un comunicato anonimo spedito alla nostra redazione informa che il vitello numero 269, l’individuo che ha ispirato l’intero movimento, è stato liberato dagli attivisti in seguito ad una operazione di infiltrazione nella fattoria che lo deteneva momenti prima che venisse condotto alla macellazione.
Questo atto di liberazione è stato concepito ed eseguito da tre membri del movimento. “Non ho niente a che fare con questa particolare operazione” ha dichiarato il fondatore di Free269 Sasha Boojor, “ ciò che unifica e definisce l’essenza degli attivisti del nostro movimento è l’idea che ogni animale dovrebbe essere reso libero dalla vita di sofferenza a cui sono condannati ed ogni uno di coloro i quali si rifanno a questo convincimento non fanno che metterne in pratica il concetto in base alla loro libera iniziativa”.

Secondo quanto contenuto nel comunicato anonimo, l’operazione cominciò dopo un mese di raccolta di informazioni e di appostamenti. Gli attivisti sono riusciti a tagliare delle sbarre di ferro dalla gabbia nella quale era detenuto, insieme ad altri,  il vitello, raggiungendolo nello spazio dove si trovava. Gli attivisti dichiarano che dopo una dura lotta con l’animale sono riusciti a dirigerlo dentro ad un automezzo nelle vicinanze con l’ausilio di una fune per poi andarsene con lui dall’area dove sorge l’impianto. Il vitello è stato poi trasportato in un luogo sicuro dove pian piano si stà ristabilendo dalla lunga prigionia.

269 profilo fb lucia

Il movimento Free269 ha soltanto pochi mesi ed è stato fondato in Israele nell’ottobre dello scorso anno, mentre l’idea che lo promuove e che lo anima risale al maggio 2012, data in cui il vitello che gli ha dato il nome venne alla luce in un allevamento per la produzione di carne, “da allora – continua Sasha Boojor – lo abbiamo tenuto d’occhio e, durante una delle nostre visite più recenti, notammo che egli era stato spostato altrove. Preoccupati che potesse essergli accaduto qualcosa di brutto lo abbiamo cercato fino a che uno dei nostri compagni, Tal Gilboa, approcciato il manager dell’impianto, gli fu riferito che il vitello n. 269 era stato portato in un luogo specifico in cui avrebbe dovuto ingrassare rapidamente prima della macellazione. Da allora abbiamo continuato a monitorarlo. A Luglio sarebbe dovuto essere avviato al macello…è stato davvero salvato in extremis” – continua Boojor.

“Dal momento in cui la notizia dell’avvenuta liberazione del vitello è stata diffusa dal sito del movimento si è osservata una notevole, estatica, presa d’atto da parte di attivisti e simpatizzanti da ogni parte del globo. Questa operazione ha rappresentato un evento storico e mi auguro che divenga fonte di ispirazione in tutto il mondo” – continua  Boojor.

Il movimento Free269 ha condotto numerose azioni di protesta radicali per divulgare il proprio messaggio di amore a Tel Aviv, incluso il più noto, nel corso del quale I volontari che hanno preso parte ad una performance in strada si sono lasciati marchiare a fuoco il numero 269 sulle braccia. Da allora il movimento ha assunto una visibilità globale e azioni simili sono state riprodotte, utilizzando modalità e scenografie delle più varie, in almeno altre 60 città nel mondo da altrettanti gruppi che hanno seguito il modello israeliano di fare attivismo radicale.

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Un’altra delle azioni condotte a Tel Aviv è consistita nella posa in opera di teste tagliate di diversi animali cosiddetti “da reddito” in alcune fontane cittadine  durante la notte insieme all’introduzione nelle loro acque di polveri coloranti che ne resero l’aspetto “rosso sangue”, queste operazioni ebbero grande risonanza e si scatenò un dibattito pubblico sulla questione dei macelli, ci furono anche una serie di arresti.

fountain
Il vitello 269 era soltanto uno degli individui destinati ad una vita e ad una sorte terrificante, in maniera tragica, milioni di questi animali soffrono similmente per mano dell’uomo e per conto dell’industria alimentare che ne commercializza i corpi.

Il vitello 269 è stato liberato, ma l’obiettivo primario del nostro movimento è quello di liberare TUTTI gli animali reclusi e di sottrarli ad un destino di sofferenza e morte” – conclude  Boojor.

Ecco alcune fasi della liberazione, fonte : https://www.facebook.com/269calf

Ecco alcune fasi della liberazione, fonte : https://www.facebook.com/269calf

269 nella sua nuova dimora, nello scatto coi suoi liberatori

269 nella sua nuova dimora, nello scatto coi suoi liberatori

Per informazioni ulteriori sulla filosofia che anima il movimento: https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/03/

http://269life.com

Free269 Su You Tube :

https://www.youtube.com/user/269lifecom?feature=watch

269.life La maglietta

Tra le diverse iniziative per sostenere economicamente questa associazione realizziamo un quantitativo delle magliette che vedete riprodotte nell’immagine ( c’e’ una tonalità di grigio sul volto del vitello non visibile da tutti i computer).

Siamo in contatto con gli amici israeliani del gruppo che ha ideato e lanciato le campagne 269 le quali nei mesi scorsi hanno guadagnato moltissima visibilità alla condizione di estrema sofferenza imposta agli animali rinchiusi negli allevamenti e destinati ai macelli.
http://www.269life.com/

Nutriamo grande rispetto e ammirazione per coloro i quali per amore degli animali cosidetti ” da reddito ” ingaggiano in una forma di attivismo così apparentemente estremo , qui spiegate le motivazioni https://associazionedideeonlus.wordpress.com/2013/03/

Non si tratta di materiale “contraffatto” – Associazione d’Idee ha versato un importo come donazione a 269.life , in seguito abbiamo ottenuto il file digitale della parte iconografica che distinguerà le magliette, le quali, verranno stampate in serigrafia in 3 colori su cotone nero di qualità “fruit”, taglie Media e Larga.

La donazione minima che accettiamo per una maglia è di € 15,00.

Il denaro che riusciremo a realizzare andrà completamente nel fondo ( attualmente in rosso ) dell’Associazione e a finanziare le nostre azioni sul territorio, gli eventi mensili e l’acquisto di materiale stampato da diffondere.

Associazione D’Idee Onlus è una organizzazione di volontari che funziona secondo il prtincipio dell’autogestione e che conta sul supporto economico di tutta la sua base e dei simpatizzanti per continuare ad esistere, se non vuoi la maglia ma desideri comunque darci una mano visita qui https://associazionedideeonlus.wordpress.com/sostieni-associazione-didee/

Riteniamo di essere l’unica realtà nazionale, per adesso, ad aver intrapreso questo progetto di collaborazione con 269.life , in conseguenza accettiamo ordini da fuori Grosseto per un pagamento anticipato, il contributo per la spedizione raccomandata sarà di € 10,00.

Metodo di versamento delle “donazioni per Maglietta 269″:

è disponibile una Ricaricabile PostePay intestata a Paolo Rossi – carta n. 4023600586285530, nel caso, questo è il codice fiscale dell’intestatario RSSPLA64C24E202C.

Naturalmente, a mano, incontrandoci a qualsiasi delle nostre iniziative o contattando Paolo telefonicamente.
Si può anche usare PayPal o altra Carta di Credito, nel caso visitare qui: http://www.kapipal.com/associazionedideeonlus
Informate poi dell’avvenuto versamento in queste pagine, oppure mandando un SMS al 3281544997.
Le magliette saranno è in distribuzione dal 13 di Giugno 2013 fino a esaurimento stock.

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269 è un gruppo di attivisti per i diritti degli animali che ha iniziato una Campagna e che cura una pagina web http://269life.net/  ed una su Facebook http://www.facebook.com/269calf  , il numero 269 che è stato impresso a fuoco sulla pelle degli attivisti era il numero designato per un vitello prigioniero in un allevamento in Israele. Questo anonimo animale resterà per sempre immortalato sui corpi di chi si è lasciato marchiare e forse tale messaggio di solidarietà riuscirà a favorire un nuovo modo di vedere gli animali non umani.

Nessun altro essere senziente dovrebbe venire sfruttato per soddisfare i desideri degli umani, è per questo che è stato scelto di ricalcare tale preciso metodo di mercificazione di esseri viventi, così da trasmettere precisamente questa idea.

La ragione principale per cui è stata fatta questa Campagna è che, così com’e’, il movimento per i diritti degli animali coi suoi toni troppo levigati, non può continuare, è tutto troppo convenzionale. Se andiamo a esaminare i successi storici del movimento ci rendiamo conto quanto tutto sia “troppo poco” o realizzato “troppo tardi”. Non possiamo più aspettare perché ogni secondo di attesa significa orribile sfruttamento e uccisione di animali innocenti http://www.adaptt.org/killcounter.html

C’e’ bisogno di maggiore azione e di una azione più incisiva.

L’olocausto quotidiano non può continuare mentre sediamo e sorridiamo alle persone che lo causano. Questa terribile situazione richiede una  soluzione più veloce  e creativa di quanto non lo siano gli atti di distribuire dei  pieghevoli informativi, cliccare “mi piace” sull’ennesima pagina di Facebook o partecipare ad un’altra manifestazione animalista.

L’iniziativa della marchiatura a fuoco è un esempio di come si può tentare di massimizzare l’impatto delle nostre idee a livello complessivo, ma non è il massimo che possiamo fare. Questa azione è sorretta da una strategia che tiene in considerazione la realtà globale, non quella locale.

L’Olocausto Animale è di dimensioni enormi e si consuma in ogni paese, in ogni cultura, per questo occorre che si cominci ad affrontare il problema globalmente piuttosto che localmente, altrimenti non cambierà mai niente. Dobbiamo riuscire ad essere ancora più efficienti, dobbiamo fare tutto ciò che è possibile fare per gli animali.

La reazione più comune osservata in chi assiste alle iniziative di marchiatura degli attivisti è quella dove si esprime “shock”, ma i video realizzati e postati sulla rete attraggono tante più persone di quanto non si riesca a fare nelle piazze e quello stesso “shock” si riscontra nell’altissima risonanza registrata in termini di diffusione di questi materiali e di copertura da parte dei media.

Con queste iniziative e con l’emissione dei relativi video sulla Rete possiamo contemplare il raggiungimento di milioni di persone in tutto il mondo  https://www.youtube.com/results?search_query=269%2Bbranding&oq=269%2Bbranding&gs_l=youtube.3…51461.52082.0.52353.2.2.0.0.0.0.91.181.2.2.0…0.0…1ac.1.yvcY_Jb_yWo

I commenti che si raccolgono intorno alla pubblicazione in Rete di questi materiali si dividono in due ceppi, quelli positivi del tipo “bellissima manifestazione, vi supporto!” e quelli negativi in cui si accusano gli attivisti di essere dei fanatici.

Occorre rendersi conto che il potenziale che qualcuno raggiunto dal nostro messaggio diventi vegan e che cominci a supportare la lotta contro lo sfruttamento degli animali non dipende dal tipo di azioni che facciamo. In qualsiasi tipologia di azione si incontrano gradi di opposizione, anche per quelle “morbide”, anche quando si volantinano le persone per la strada. Il punto è che le persone le quali non sono interessate al benessere degli animali ( la stragrande maggioranza delle popolazioni umane ) rimarranno oppositori alle nostre idee indipendentemente da come le spargiamo, non riusciremo mai a fare diventare vegan quel tipo di persone. Allo stesso tempo, coloro i quali decidono di abbracciare questa filosofia, lo faranno comunque e a prescindere da noi. Questa è la ragione per cui gli attivisti che aderiscono alla rappresentazione delle loro idee attraverso tali iniziative decidono di farlo, sappiamo che  metodi diretti e scioccanti di fare attivismo non scoraggerebbero mai qualcuno che avesse  potenzialmente un interesse a partecipare nella lotta per la liberazione degli animali. Queste azioni, da molti ritenute controproducenti, attraggono invece una esposizione mediatica e globalmente significativa con un minimo di tempo e di denaro investiti.

Il movimento per i diritti degli animali più tradizionalista cerca capri espiatori su ogni frangente nel tentativo di identificare le ragioni della propria scarsa incisività, li cerchiamo sui contenuti del nostro messaggio, incolpiamo la Cultura dominante, oppure l’Educazione e questo perché non vogliamo fronteggiare la verità: le persone se ne fregano.

Ci lamentiamo che le persone dovrebbero aprire gli occhi e divenire maggiormente consapevoli sugli orrori dell’Olocausto Animale, adesso è arrivato il momento che anche il Movimento arrivi a fare la stessa cosa. Nessuno può alienarsi le volontà concordi degli altri con le proprie azioni, alla maggioranza degli “altri” non gli importa niente della nostra ideologia punto e basta, anche per questo è fondamentale che l’intero Movimento sostenga le azioni giudicate più estreme senza considerarne compromessa la carica etica che da loro slancio.

Uno degli scopi della campagna 269 è quello di “parlare” agli attivisti per i diritti degli animali, questo tipo di manifestazioni sono portatrici di un messaggio ai tanti non-specisti tra loro.

I più autentici attivisti sono coloro che non mirano soltanto al loro  egoistico “sentirsi a posto” ma quelli che intendono raggiungere obiettivi definitivi in rispetto alla fine dello sfruttamento degli animali. Noi parliamo a quegli attivisti che non si sono attivati né per motivi di salute né per motivi di dieta personale, ma per un obiettivo di Giustizia.

Noi desideriamo aprire un canale di confronto con chi si batte in maniera davvero rivoluzionaria attraverso le proprie pratiche di lotta a breve termine per la liberazione degli animali.

Sappiamo che il 99% delle persone non condividono questo obiettivo e in conseguenza a questo non diventeranno mai vegane per propria aspirazione. Abbiamo quindi il compito di non illuderci ma di coinvolgere nella lotta quei pochi che hanno le caratteristiche tali da consentirgli uno  sviluppo di  coscienza al problema dello sfruttamento degli animali, qualcosa deve cambiare per forza di cose.

Non sembra ci siano mai risorse economiche a sufficienza o un numero adeguato di attivisti non-specisti per portare avanti la nostra lotta e ottenere i risultati sperati, ma peggio di tutti, abbiamo contro il meno opportuno dei nemici: la gente, 7 miliardi di loro, i quali coltivano i più svariati interessi per mantenere schiavi gli animali e che sono così compromessi dal proprio egoismo che perfino le lunghe e complesse campagne di sensibilizzazione alla sofferenza degli animali che abbiamo svolto per tanti anni non sono riuscite ad intaccare questa loro condizione.

Il primo passo verso la risoluzione di un problema è il suo riconoscimento.

Forse non disponiamo ancora della soluzione facile e perfetta, ma di certo sappiamo che con i metodi tipici di fare attivismo non riusciremo a liberare gli animali. L’incremento nei livelli di consapevolezza media non risolverà il problema. Al massimo si recluterà qualche volto nuovo e si riscuoteranno simpatie, ma questo da sola rappresenta soltanto una frazione minima della quota di consenso utile tra la popolazione. Non ci scordiamo che quasi tutti sono al corrente dell’Olocausto Animale, ma che se ne fregano. Quindi è fondamentale che la smettiamo di ignorare questo dato perché tale attitudine “fa male” agli animali.

Noi ci auguriamo che le iniziative globali di marchiatura a fuoco, oltre che a far accrescere la cognizione del problema dello sfruttamento degli animali, incoraggi anche tutti quanti a divenire più attivi in maniera meno convenzionale. Se le cose dovessero rimanere come le conosciamo, l’Olocausto Animale non finirà mai.

Il secondo scopo di questa Campagna è quello di far arrivare il nostro messaggio di liberazione sempre a un maggior numero di persone così che esse riescano a conoscere le questioni che ci stanno a cuore  anche in luoghi dove fino ad ora non siamo riusciti ad arrivare. E’ per questo che puntiamo sulla distribuzione globale dei nostri documenti video, pubblicare su portali quali Youtube ci consente di ottenere statistiche molto incoraggianti in quasi ogni parte del mondo, allo stato attuale serve massimizzare il numero di utenti che ci seguono in ogni singolo paese.

Quando saremo riusciti a raggiungere questo scopo la nostra azione risulterà in un numero più cospicuo di vegani che hanno deciso di fare tale scelta per motivi etici, i quali con tutta probabilità rimarranno vegani per tutta la vita e possibilmente diverranno più attivi nella lotta per i diritti animali.

Crediamo inoltre che in questo modo aumenteranno i vegani che sono decisi a prendere parte nelle azioni  più eclatanti e di risonanza globale e che si affideranno all’organizzazione di eventi e ad attività meno comunemente  accettate anzichè impegnarsi nella solita azione informativo/dimostrativa.

L’aspettativa più confortante è che la metodologia adottata per le iniziative 269 si diffonda ovunque, in questi mesi ( Marzo 2013 ) stiamo notando numerosissimi avvenimenti che si pongono in essere sulla scia di quello originale dell’ottobre 2012 http://youtu.be/RA4q1pU957c e ci auguriamo che in questo preciso istante molti mangiatori-di-cadaveri riescano ad aprire gli occhi sul tremendo carico di sofferenza e di angoscia che le loro abitudini cagionano agli animali e, allo stesso tempo che sempre più attivisti riescano a divenire efficacemente strumentali  nel favorire tale processo.

Campagne definite da azioni non convenzionali come 269 trattano soltanto degli aspetti  morali pertinenti la condizione degli animali e la lotta per l’affermazione dei loro diritti e noi crediamo che questa sia la strada migliore per sperimentare nuovi modelli di contrasto allo specismo in un sforzo di opposizione indirizzata alla fine dell’Olocausto Animale.

Testo liberamente tradotto dall’inglese e adattato in forma discorsiva da una intervista di Gary Smith http://thethinkingvegan.com/ a un rappresentante del gruppo “269” di Tel Aviv

L’ iniziativa 269 a Grosseto : http://youtu.be/JZUb3tg-M_I

Event held in Grosseto as part of the international 269 Campaign to underline the suffering of Animals by hands of the Meat Industry.

Three activists of our organization let themselves be publicly branded by hot iron so to represent the barbaric, routinely process that all Animals being bred for human exploitation undergo in the world, the practice of assigning them a number is only the beginning of a their miserable life of confinement, torture, pain, loneliness, the beginning of their slavery.

As activists who fight against Specism we condemn all types of discrimination be it exercised by the strong Human onto other sentient beings, the Animals, as well as by humans onto humans.

Every time that we are made to bow by the pressure of whom has the power over our lives WE are 269.

Every time that we ignore the plead of victims WE ourselves are accomplices to that injustice.

There can’t be peace without justice, there can’t be real Progress without Compassion.

“…If you visit the Killing Floor of a SlaughterHouse it Will brand your Soul for Life…” ( Howard Lyman )

http://www.269life.com/

http://thethinkingvegan.com/news/celebrating-world-vegan-day-269-style/

PICTURES here : http://www.flickr.com/photos/associazione_didee/sets/72157633090131816/