Isabella “vive” in solitudine tra macerie e rifiuti nella più totale indifferenza delle autorità e delle altre persone che condividono quegli spazi cittadini, gli altri residenti che non possono non avere sentito i belati continui di Isabella che ai nostri orecchi sono richieste di aiuto.
Sicuramente Isabella non è abituata ad alcuna attenzione benevola da parte dei suoi carcerieri umani.
Cosa possiamo fare per Isabella in una società che si professa solidale ma che riserva per lei e per miliardi di suoi simili soltanto un destino fatto di violenza, sfruttamento, di apparentemente eterna retribuzione, di indifferenza?
Informiamo i lettori di questo blog che stamane è stato presentato un esposto alla ASL 9 di Grosseto ( numero di protocollo 7429 del 10 02 2015 ) da parte di questa associazione nel quale si chiede anche, qualora si verificasse un riscontro positivo rispetto ai contenuti della denuncia, di poter essere considerati i referenti per una possibile adozione di Isabella così da inserirla in un ambiente idoneo al suo benessere.
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Non è il tipo di aggiornamento che avremmo amato, ma Isabella NON è più detenuta nelle condizioni evidenziate dall’articolo. La ASL ha visitato l’area, effettuate le verifiche sullo stato legale e sulle condizioni generali di salute della pecora, la quale è “regolarmente registrata” e non appare avere subito maltrattamenti. Con tutta probabilità la vicenda si risolverà con una sanzione amministrativa per avere adibito una zona urbana a luogo di custodia di un “bene mobile” quale è considerato, appunto, dal nostro ordinamento giuridico e dalla nostra cultura, un qualsiasi animale da reddito.
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